I versi di Dante per parlare di violenza contro le donne

Centocinquanta studenti hanno assistitito allo spettacolo di teatro civile organizzato dal Museo Casa di Dante

Un momento dello spettacolo di teatro civile ‘E il modo ancor m’offende'

Un momento dello spettacolo di teatro civile ‘E il modo ancor m’offende'

Firenze, 18 febbraio 2016 - “Perché in Italia il reato di stalking è arrivato così tardi?”. “E perché anche chi commette violenza contro le donne viene scarcerato?”. Ecco alcune delle domande non da poco fatte dai 150 studenti delle medie che stamani all’auditorium Al Duomo hanno assistito allo spettacolo di teatro civile ‘E il modo ancor m’offende, Storie di donne offese dalla violenza’ di Giuliano Turone.

L’iniziativa, organizzata dal Museo Casa di Dante in collaborazione con la Fondazione Romualdo Del Bianco e il suo istituto internazionale Life Beyond Tourism, aveva l’obiettivo di affrontare il tema dell’educazione all’uguaglianza tra uomo e donna partendo dai versi che Dante dedica alla povera Francesca da Rimini.

Lei sì che di violenze ne ha subite tante… Prima il matrimonio con Gianciotto Malatesta, impostole con l’inganno, poi la costrizione a subire per sempre lo stupro continuato da parte del marito tiranno. Infine l’uccisione proprio da parte del marito, che aveva scoperto la relazione tra lei e suo fratello Paolo.

Sul palco, Alessandra Mandese e lo stesso Turone, che ha accompagnato per mano i ragazzi attraverso la realtà di oggi, dove purtroppo gli episodi di violenza riempiono costantemente le pagine di cronaca. Ecco dunque la figura di Franca Viola, che nella Sicilia degli anni Sessanta seppe negare il “matrimonio riparatore” a colui che l’aveva rapita e stuprata, per arrivare a quella più recente di Lucia Annibali, sfregiata in volto con l’acido dall’ex fidanzato.

“Cerchiamo sempre di attualizzare la programmazione didattica – spiega Donata Baldini, che insegna Lettere alla Calvino -. I ragazzi sono molto informati. E restano particolarmente colpiti quando vengono messi di fronte alla realtà di altri Paesi: per esempio, recentemente in classe abbiamo parlato del fatto che in Arabia Saudita le donne non possono guidare”.

“La piaga della violenza sulle donne richiede un’educazione fin da piccoli – dice Giuliano Turone -. È a quell’età che possono manifestarsi le prime situazioni che potrebbero poi sfociare in un rapporto poco equilibrato tra bambine e bambini”. E ancora: “Mi hanno molto colpito le domande di questi ragazzini. Gli insegnanti sono stati molto bravi a prepararli”.

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