Le 'Radici' di Del Guasta: una tela di 6 metri per l'incontro e l'accoglienza possibile

Torna dalla California a Firenze l'opera di un giovane artista fiorentino ispirata agli immigrati di San Jacopino. Anche questo un modo per raccontare il Natale

La tela 'Radici' di Damiano Del Guasta, particolare

La tela 'Radici' di Damiano Del Guasta, particolare

Firenze, 16 dicembre 2017 - Com'è il Natale sui barconi? Una grotta di Betlemme a forma di barca, tra le onde; una roulotte mezza scassata in un accampamento Rom; più in generale uno spazio sospeso tra l'accoglienza e il respingimento dove comunque accade qualcosa, magari per il tramite di un bambino. Il Natale si ripete così, non visto eppure presente e sempre nuovo. Damiano Del Guasta, giovane artista fiorentino, ne ha colto lo spirito in 'Radici', una tela lunga sei metri e alta 1 e 50, realizzata con un mix di strumenti (carboncini, colori acrilici e e matite colorate) e ritornata da poco a Firenze perché è stata esposta un anno presso la Chancelor Gallery della Californa State University a Los Angeles. Nell’estate del 2016 Del Guasta ha partecipato al Summer Art Festival grazie ad una borsa di studio vinta presso l’Accademia di Belle Arti che lo ha portato in California. Qui, in dieci giorni intensivi di lavoro a fianco di artiste e artisti italiani e americani con provenienze geografiche di vario tipo, ha realizzato la sua opera. In questa lunga “striscia”, spiega l'autore, diverse persone partecipano ad un momento di incontro, dialogo e preparazione per un evento che sta arrivando.

Donne, bambini e uomini, con differenti origini, sono insieme a rappresentare la varietà del genere umano: “Sono immigrati e non che ho conosciuto nel quartiere di San Jacopino a Firenze e che hanno incontrato talvolta una certa ostilità. Ho partecipato con loro alla mobilitazione per rispondere a questi attacchi provando a creare dialogo tra le persone e a far calare le posizioni xenofobe tramite l’incontro diretto”. Come far cadere il muro della paura? Tra il marrone, il bianco ed ombre scure “un bambino colorato spicca come fosse un tramite, guardando dalla tela direttamente l’osservatore. Sembra dire che puoi entrare in quel luogo perché è lo spazio delle possibilità umane, di solidarietà, di cambio positivo e la sua parola chiave è accoglienza. Non è un sogno, è una possibilità reale”.

Sotto il profilo stilistico, come nella tradizione rinascimentale l'artista ha usato la prospettiva per definire lo spazio e dare l’idea che questo luogo diventi più concreto, più reale. Del Guasta ha studiato discipline pittoriche presso l’Istituto d'Arte di Porta Romana dove ha cominciato a trattare i temi sociali nella propria arte. Si è diplomato nel triennio di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze con una tesi attorno alle esperienze di arte relazionale nazionali e internazionali. Anima la Compagnia Dei Fuocolieri con la quale, negli ultimi quattro anni, ha intrapreso il percorso artistico del teatro-danza, della manipolazione del fuoco, del teatro di strada e non solo, portando la ricerca artistica nella dimensione scenica teatrale.

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