Michelangelo, torna il suo 'Dio fluviale' dopo il restauro

L’opera, pensata per i monumenti funebri dei duchi medicei nella Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo, è stata restaurata e presentata dopo tre anni di interventi

Presentazione del restauro del 'Dio Fluviale' di Michelangelo (New Press Photo)

Presentazione del restauro del 'Dio Fluviale' di Michelangelo (New Press Photo)

Firenze, 12 luglio 2017 -  Un Dio fluviale, forse l’Arno, plasmato con argilla e sabbia. Un torso potente a grandezza naturale, con una muscolatura e una verità anatomica che solo il grande Michelangelo potevano restituire attraverso il modellato. E infatti è proprio una scultura autografa del Buonarroti, datata fra il 1526-1527.

L’opera, pensata per i monumenti funebri dei duchi medicei nella Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo a Firenze, è stata restaurata e presentata ieri dopo tre anni di interventi eseguiti dall’Opificio delle Pietre Dure. Michelangelo avrebbe realizzato due modelli di terra da presentare all’approvazione dei suoi committenti, i Medici. L’artista cambio poi idea e rinunciò a inserire gli Dei fluviali. Così la loro esecuzione in marmo non fu mai realizzata. Uno dei due modelli è andato disperso, mentre altro è sopravvissuto e fu donato da Bartolomeo Ammannati all’Accademia delle Arti del Disegno, fondata nel 1563 da Cosimo I de' Medici e Giorgio Vasari, che lo ha custodito fino ad oggi.

Dal 1965 la scultura era depositata a Casa Buonarroti ed è qui che ora è stata esposta, prima di andare, in autunno, alla mostra sul Rinascimento di Palazzo Strozzi e tornare poi all’Accademia che ne è proprietaria. Il restauro è stato condotto da Rosanna Moradei sotto la guida dell’Opificio e finanziato con 32mila euro della fondazione No profit Friends of Florence, presiduta da Simonetta Brandolini d’Adda.

Il Dio, capolavoro reso fragile dalla scelta del materiale deteriorabile in cui è realizzato, è stato sottoposto ad una lenta e profonda opera di consolidamento. Quindi è stato ripulito dalla bronzatura che ricopriva la superficie, recuperando il colore marmoreo originale. Il restauro è stato presentato ieri nel cenacolo di Santa Croce a Firenze.

Sono intervenuti, tra gli altri, il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, il sovrintendente dell’Opificio delle pietre dure Marco Ciatti, la presidente dell’Accademia delle Arti e del Disegno Cristina Acidini. “L’intervento, lungo e sensibile - spiega Acidini - , ci consegna un’immagine che non si conosceva: un corpo potente, al quale il ritrovato biancore conferisce l’illusorio aspetto del marmo, pronto, come doveva essere nelle intenzioni di Michelangelo, per una “prova generale” nella Sagrestia Nuova in San Lorenzo".

Simonetta Brandolini d’Adda ha ringraziato tutti i soci dei "Friends" e in particolare i donatori Mary Sauer e Robert Doris per il loro generoso contributo al restauro. Infine, Pierandrea Lo Nostro e Giorgio Bonsanti, rispettivamente presidente e vicepresidente della Fondazione intitolata a Enzo Ferroni (già rettore dell’Università di Firenze e Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno), hanno consegnato a Marco Ciatti la medaglia d’oro conferita all’Opificio delle Pietre Dure, in quanto istituzione che si è particolarmente distinta nel campo della conservazione delle opere d’arte. Per i tipi di Polistampa, è stato publicato il catalogo dal titolo “Il restauro del Dio fluviale di Michelangelo Buonarroti”, a cura di Cristina Acidini, Giorgio Bonsanti e Enrico Sartoni, con i testi di Giorgio Bonsanti, Rosanna Moradei, Enrico Sartoni e Ludovica Sebregondi.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro