L'arte incontra la vita con la mostra diffusa di Cannavacciuolo

Il progetto Benci Art coinvolge una pluralità di luoghi, anche insoliti

L'installazione a Palazzo Vecchio, con l'assessore al bilancio Lorenzo Perra, a sinistra

L'installazione a Palazzo Vecchio, con l'assessore al bilancio Lorenzo Perra, a sinistra

Firenze, 20 gennaio 2018 - L’arte si mescola alla vita attraverso una contaminazione reciproca. Le opere sono diffuse tra luoghi pubblici, istituzionali e privati quali il reparto di ortopedia oncologica di Careggi, il liceo Artistico di Porta Romana, la BiblioteCaNova Isolotto, l’ufficio dell’assessore al bilancio a Palazzo Vecchio. E’ l’idea alla base del progetto «Benci Art», che ha debuttato (fino all’8 aprile, Benci House, via dei Benci 15) con una mostra dell’artista napoletano Maurizio Cannavacciuolo, dal titolo «All Over». L’esposizione coinvolge numerosi luoghi della città, oltre allo studio di un avvocato e di uno psicanalista, un negozio antiquario, la casa di un collezionista e l’abitazione della curatrice dell’evento Rubina Romanelli. «Benci Art» è un’iniziativa nata nel 2017 da un’idea di Sergio Risaliti, Rubina Romanelli e Lorenzo Segre, imprenditore fiorentino che nel suo Benci House, ha deciso di offrire al pubblico uno spaccato sull’arte contemporanea, soprattutto italiana.

"As a Fallen Flower" nel reparto di Ortopedia Oncologica al Cto di Careggi
"As a Fallen Flower" nel reparto di Ortopedia Oncologica al Cto di Careggi

“All Over” si articola in luoghi espositivi eterogenei e non generalmente dediti all’arte. In ogni sede si possono trovare al massimo due opere, così che il pubblico possa fruirne pienamente. Le opere di Cannavacciuolo, artista attivo sin dagli anni ’70 e affermato sulla scena nazionale ed internazionale, sono caratterizzate da una fitta trama ed una intensa tessitura cromatica. Spesso il flusso di coscienza crea sulla tela una fitta rete di elementi da decodificare come in un rebus. Per la vetrina del locale Moyo, ha creato un’opera in ceramica, con la collaborazione del laboratorio Gatti Ceramiche di Faenza, che occupa quasi tutta la vetrina. Si tratta di un mosaico di mattonelle di varie dimensioni, con un intreccio di immagini che sballottolano lo spettatore in un viaggio quasi psichedelico. Tra i riferimenti e citazioni, una delle mattonelle racchiude un dettaglio della facciata del Palazzo di Bianca Cappello in Via Maggio. 

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