Red e Chiara: "Vegani per vivere meglio"

Padre (bassista dei Pooh) e figlia (cantante) coautori del libro che verrà presentato all'Ibs

Red e Chiara Canzian (dal sito www.magnarben.it)

Red e Chiara Canzian (dal sito www.magnarben.it)

Firenze, 9 marzo 2017 _ Dalla musica all’alimentazione per capire (e gestire al meglio) il senso della vita. Red e Chiara Canzian, padre e figlia e musicisti di eccezione, il primo pilastro ritmico dei Pooh, l’altra brava cantautrice, hanno pubblicato per Rizzoli il  libro «Sano Vegano Italiano». Lo presentano a Firenze venerdì 10 marzo alle 17 alla libreria IBS + Libraccio (via de' Cerretani, 16r).

Red, lei e Chiara, che rapporto avete con la musica?

«Vivo e creativo, più che mai. Io mi sto prendendo solo un corretto periodo «tampone>, per poter decantare le emozioni, le gioie, le lacrime dell’ultimo tour con i Pooh... ma, nel frattempo sto pensando a un nuovo percorso, che potrebbe coincidere anche con le voglie musicali di Chiara... che nel frattempo preferisce dedicare la sua anima a creare piatti sani ed etici, oltre a cantare nei miei concerti da solista, fino a quando non nascerà un suo progetto che le assomigli, la emozioni e la convinca».

Meglio chef o pop – rock star?

«Credo che nella vita è «meglio« quando hai la possibilità di fare quello che ami... qualsiasi sia il mestiere... del resto, ci sono chef che sembrano delle rock star e cantanti che farebbero bene ad aprire una pizzeria... il mondo è strano e oramai vale tutto e il contrario di tutto».

Quanto è importante l’alimentazione nella vita?

«Direi che siamo quello che mangiamo. Il cibo è la nostra vera medicina, con la quale ci possiamo curare, ma anche ammalare, se usato male. Le ricette di Chiara, contenute nel libro rispettano, oltre alla riscoperta delle tradizioni, anche la stagionalità, l’ indispensabile equilibrio che ci deve essere tra proteine, carboidrati, vitamine e sali minerali, la provenienza, possibilmente a chilometro zero. Tutti particolari di un insieme sano per il nostro vivere».

Quando avete scoperto l’alimentazione vegana?

«Io non mangio carne da 20 anni e sono vegano totale dal 2009. Sono percorsi che devi fare in modo naturale, senza forzature. Nessuno può convincerti di fare una scelta così importante se non ne sei realmente convinto. Chiara è sulla strada per diventare vegana, anche se ogni tanto fa ancora uso di formaggio e qualche uovo. ma come dicevo, si deve arrivare da soli e convinti a fare quella che potrebbe rivelarsi la scelta più bella della propria vita».

 Avete maturato la scelta vegana autonomamente?

«Siamo una famiglia molto democratica. Ci si confronta, ma ognuno fa le sue scelte. Sono vegano, Chiara è ancora vegetariana, mia moglie e mio figlio onnivori, ma ben si adattano al nostro regime alimentare, come noi conviviamo serenamente con il loro. Il rispetto è una forma d’amore che può abbattere qualsiasi pregiudizio».

Che ne pensate degli onnivori?

«E’ gente che dovrà adattarsi ad uno stile di vita diverso, prima o poi, in quanto il pianeta non sarà in grado di sostenere uno squilibrio ambientale come quello che sta subendo per colpa dell’uomo, ancora per molto tempo. Gli allevamenti intensivi sono una vera rovina... c’è uno spreco di acqua, di cereali, di alberi che vengono abbattuti per creare nuovi campi da coltivare, e poi sono responsabili del 50 % dei famigerati gas serra.  Nemmeno si immagina cosa realmente costa al mondo un chilo di carne».

Che ne pensate dello stereotipo vegano = persona triste ?

«E’ uno stereotipo, appunto, provocato spesso dagli stessi vegani, quelli della prima ora, magri, emaciati, con il maglione largo e sempre un po’ incazzati con qualcosa o con qualcuno. No, i new vegans sono ragazzi meravigliosi, che amano il loro corpo e lo trattano bene, amano gli animali e li difendono con gioiosa passione, amano l’ambiente e sanno trasformarsi in pacifici attivisti per difenderne la salute troppo spesso compromessa. Ho amici vegani che sono perfino sovrappeso, sorridono alla vita e sono orgogliosi del loro pensiero».

Come è nata l’idea di scrivere un libro?

«Proprio per fare un po’ di chiarezza su cosa significa ad oggi essere vegano. Non è certo una moda, e non siamo certo una setta, come ci ha definiti un famoso cuoco, che vorrebbe «ammazzarci tutti» (parole sue!). Essere vegano è uno stile di vita, è un bel modo di partecipare alla vita del creato con coscienza e senza egoismi. L’impronta di un vegano, è più leggera proprio perché il vegano si sente un tutore del mondo che lo circonda e non il padrone».

La passione per la cucina ce l’avete entrambi?

«Si, ma non per moda... da sempre anch’io mi diverto a cucinare, anche perché un vegano in Italia, se non sa cucinare rischia la depressione con quello che i ristoranti medi ti propongono quando dici di essere vegano: un bel piatto di verdure alla griglia... che alla quinta volta uno si spara! Ma io sono un improvvisatore, seguo l’istinto senza una visione precisa... Chiara invece ha, oltre ad una grande passione da sempre, anche solide basi... ha studiato, sperimentato e ha anche lavorato al Joia di Pietro Leemann a Milano, il primo chef stellato vegetariano in Europa. E che Chiara sia una forte lo dimostrano le nostre «strane« presentazioni del libro, che facciamo nei ristoranti e non nelle librerie, riscuotendo dei veri e propri sold out, come nei concerti: la gente è quasi incredula dei sapori e della qualità delle ricette di Chiara, e capita spesso che chiedano il bis di qualche piatto!»

Essere vegani è il primo passo per vivere meglio?

«Il vegano vive meglio già dal momento che non mangia il «dolore e la paura« che purtroppo rimangono in qualche modo intrisi nella carne degli animali macellati... e poi si vive meglio perché la carne e tutti i grassi animali fanno male al nostro organismo di fruttivori... noi discendiamo dai primati, e i nostri antenati scimmie non erano certo carnivori... lo sono diventati nel tempo per necessità, quando le grandi glaciazioni e le conseguenti siccità hanno distrutto le foreste pluviali all’interno delle quali vivevano e trovavano tutto il necessario per vivere bene».

Il Sano vegano italiano è diverso dagli altri?

«Il nostro «sano vegano italiano« è il nuovo vegano, più sereno e più tranquillo, che cerca il confronto e mai lo scontro... rispetta la propria storia e i piatti delle nostre nonne, naturalmente e necessariamente vegani, in quanto i soldi per comprare la carne non c’erano proprio... il nostro vegano ama la buona tavola e con le ricette di Chiara non rischia di annoiare la «fantasia» del suo palato».

 Essere vegano è un approccio diverso nei confronti della vita?

«Essere vegano è un preciso modo di intendere la vita... diverso e sicuramente più etico... è bellissimo sedersi a tavola e chiedere cosa mangiamo e non chi mangiamo»

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