di LISA CIARDI

Firenze, 20 settembre 2013 - Un simbolo della storia di Firenze e delle sue trasformazioni. È l’Officina Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato, trasferitasi nel 2009, dopo una battaglia politico-sindacale durata decenni, nel nuovo polo dell’Osmannoro. E proprio qui verrà presentato domani, sabato 21 settembre (ore 10), un libro che ripercorre 51 anni di storia fra la vecchia e gloriosa sede di Porta al Prato e la nuova collocazione.

“Ferrovieri in tuta blu. Immagini e testimonianze 1958-2009” (Libreria Alfani Editrice) racconta l’Officina attraverso le testimonianze degli operai, quei “ferrovieri in tuta blu” appunto, molto meno visibili del personale viaggiante, ma così importanti per la “macchina ferroviaria”. Il volume, scritto e curato dal professor Marco da Vela (già autore di “Ferrovieri in tuta blu. Documenti, memorie, testimonianze, immagini dell’Officina Fs di Porta al Prato 1905-1958, Roma, Editori Riuniti, 1990”), è stato voluto dal Comitato “Storia e Memoria dell’Officina GR di Firenze Porta al Prato” e verrà presentato al pubblico alla presenza del vicesindaco di Firenze Stefania Saccardi, dell’autore, del professor Alfonso Iacono dell’Università di Pisa e di alcuni esponenti di Trenitalia.

“Questo libro ha suscitato in me interesse e curiosità – ha detto il vicesindaco Saccardi - perché mostra l’aspetto industriale del lavoro ferroviario, in genere poco conosciuto, ma anche perché il suo intento è mantenere viva la tradizione di orgoglio di mestiere, di lotte per il lavoro e per la democrazia, di solidarietà che hanno costituito la caratteristica storica di questa officina”.

Il libro racconta gli anni Cinquanta, con la chiusura della sezione locomotive, ripercorre i Sessanta e Settanta fra miracolo economico e anni di piombo, ricostruisce la delicata vertenza amianto e il successivo rischio di chiusura, che svanì quando l’Officina vinse la scommessa del “revamping”, particolare settore di riallestimento delle vecchie carrozze. E, ancora, lo straordinario impegno degli operai nella solidarietà, dall’Irpinia al Mozambico, e la figura di don Renzo Forconi, cappellano delle Ferrovie. Fra immagini, narrazione e racconti diretti dei protagonisti (tutti indicati senza nome, ma con la loro mansione per non perdere la coralità del racconto), il volume va avanti fino al trasferimento dell’Officina da Porta al Prato al nuovo stabilimento dell’Osmannoro, a Sesto Fiorentino, dove ha oggi sede l’Officina Manutenzione Ciciclica. Un momento segnato anche dalla consegna delle chiavi della vecchia sede al sindaco di Firenze, da parte dell’ultimo (nel senso di più giovane) degli operai, a simboleggiare il legame fra i lavoratori e l’azienda, ma anche fra l’Officina e la città. Tanti gli operai ed ex operai che hanno promosso il progetto: Mario Galli, ex delegato Cisl e pannellista; Renzo Manni ex segretario sezione Pci dell’Officina di Porta al Prato, tornitore e leader operaio; Mauro Misuri, operaio della Branca 7; Fausto Fiorini, impiegato amministrativo dell’ex Servizio Materiale e Trazione e responsabile della cultura al Dopolavoro negli anni ‘90.

“L’iniziativa editoriale – spiega l’autore Marco Da Vela - è stata voluta e promossa da un gruppo di ‘vecchi’ operai, ma subito condivisa e fatta propria anche quelli delle generazioni successive. Proprio loro, non a caso, in accordo con i dirigenti di Trenitalia e il responsabile dell’impianto, hanno voluto assumersi l’onere di organizzare l’evento-presentazione rendendosi anche disponibili a guidare tutti gli intervenuti nella visita all’impianto, uno dei più avanzati di tutto il settore di manutenzione rotabili”. Per partecipare alla presentazione del libro e alla successiva visita: [email protected]