Firenze, 5 maggio 2013 - "Wow, che sale meravigliose, è un onore essere qui, grazie". Queste le prime parole di Dan Brown a Palazzo Vecchio, evidentemente contento di attraversare le stanze che il suo protagonista Robert Langdon raggiunge da Palazzo Pitti e dal Corridoio Vasariano.

Stamani l'autore americano ha incontrato la stampa per presentare il suo Inferno, a Firenze, la città da dove parte l'avventura del professore di simbologia di Harvard. Nel capoluogo toscano Dan Brown era già venuto e ogni visita è stata fondamentale per poi scrivere il libro . "Ricordo ancora la prima volta che entrai in Battistero e vidi il demone a tre teste e pensai subito a Dante".

La Divina Commedia, infatti, è l'altro elemento fondamentale del libro. Un libro che in tre settimane ha venduto dieci milioni di copie nel mondo e 800mila in Italia. "L'opera rinverdisce il concetto di avventura", ricorda Antonio Riccardi, direttore letterario di Mondadori che ha intervistato Brown.
"Della Divina Commedia ebbi conoscenza per la prima volta a 18 anni,  - ricorda Brown - quando ero uno studente di italiano.  Lessi una versione semplificata e fui colpito dalla freschezza e dalla modernità dell'opera. Non dimostra certo di avere già 700 anni".

Dopo il Codice da Vinci c'è già chi domanda di una possibile versione cinematografica dell'Inferno. E Dan Brown non gira intorno alla questione: "Alla Sony Pictures sarebbero  entusiasti di fare un film tratto dall'Inferno e di girarlo a Firenze, per me poi sarebbe un grandissimo onore avere nel film Roberto Benigni. Ho seguito tutte le sue conferenze dedicate a Dante su youtube".

"La cosa più infernale per me? - confessa – l'ingegneria genetica. La specie umana è molto strana e tutte le scoperte  sono state poi trasformate in armi, a partire dal fuoco usato per mettere “a ferro e a fuoco” e non solo per riscaldarsi. Così oggi potrebbe accadere con le nostre ultime innovazioni tecnologiche
Tanti i punti toccati, dal concetto del sacro alla religione.  che per Dan Brown non è distante dalla scienza perché entrambe tentano di rispondere a domande a cui l'uomo non sa trovare spiegazione.  E' arrivata anche domanda anche sulle numerose critiche che hanno definito Inferno “una guida turistica”. Dan Brown non si scompone e spiega: "Quando sei uno scrittore, cerchi sempre di scrivere racconti che ti piacerebbe leggere come lettore, così è normale che alcuni amino le mie storie e altri no".

Un ringraziamento speciale infine va alla moglie che conosce benissimo letteratura e architettura e lo  ha aiutato nella stesura. "Poi  - conclude – lei  è un baricentro che mi tiene con i piedi per terra: a casa infatti non sono uno scrittore di bestseller, ma quando c'è da portare via la spazzatura lo faccio, oggi l'avevo invitata a essere presente a questo incontro, ma lei ha preferito visitare gli Uffizi".