Firenze, 18 maggio 2013 - HA AVUTO l’idea della Bottega Teatrale e della scuola di Drammaturgia di Eduardo De Filippo: due fantastiche idee sue e solo sue, irripetibili e copiatissime. Affascinava con doti come intelligenza, cultura, curiosità, ed è riuscito dove nessuno era mai riuscito. Sono vent’anni che Firenze, che la cultura e che il teatro italiano non ha più Alfonso Spadoni, morto il 19 maggio 1993 dopo una terribile malattia.

Spadoni è stato per trentadue anni il mitico direttore del Teatro della Pergola, affermando con forza e autorevolezza il valore della formazione d’alto livello a teatro. Per Vittorio Gassman era come un fratello, per Eduardo, un discepolo. Sarà ricordato domenica alle 10 e alle 11 in quello che fu il suo studio alla Pergola — oggi sala delle riunioni della direzione — e sarà intitolato a lui, Alfonso Spadoni. Una stanza grande, con le volte a crociera poco luminosa e intima da dove è passato tutto il teatro italiano: dai protagonisti agli autori, dagli impresari alle maestranze. Spadoni arrivò a Firenze nel 1961, a trent’anni da Reggio Emilia e subito riuscì a dare il suo tocco in ogni cosa che faceva. Energia e idee innovative per il teatro e soprattutto per stimolare i giovani a frequentarlo.

La Pergola con Spadoni ha avuto in dono una nuova vincente identità, consacrata tempio della grande prosa, collezionando stagione dopo stagione successi e biglietti d’oro, e sempre più pubblico che riusciva ad attrarre. Le idee di Alfonso Spadoni hanno fatto scuola: chi non ricorda l’abbonamento ‘Eti21’ dedicato ai ragazzi? E sono storia le campagne pubblicitarie da lui pensate, affidate alla sintesi. Poche geniali frasi che non temono il passare degli anni: “Il Teatro è in via della Pergola”. Ricordare Spadoni a Firenze è un dovere per tutti: anche e soprattutto per chi non l’ha conosciuto. Dice che qualcuno abbia già pensato di scrivere un libro che lo racconti. Speriamo solo che non sia un’operazione nostalgia fine a sè — che lui detestava — ma l’occasione per arricchire la memoria. E domenica ci sarà un’edizione speciale della visita spettacolo nei meandri del teatro, dedicata a lui. Ciao Maestro.
Titti Giuliani Foti