Firenze, 27 marzo 2013 - Un giovane Lorenzo Milani dipinge nella bottega del maestro Hans –Joachim Staude in via de’ Serragli per affinare la sua tecnica pittorica. Sono gli anni tra il ’40 e il ’43, poco prima della vocazione che lo porterà a entrare in seminario, a diventare sacerdote e poi, in seguito, a fondare la scuola di Barbiana.
 

E’ un ritratto inedito di don Milani quello che emerge dai dipinti che saranno esposti per la prima volta in pubblico grazie alla concessione della famiglia Polacco-Milani e di Gian Franco Riccioni. Sono quadri di paesaggi con case e alberi in cui si nota la forte influenza del maestro Staude ma con un tocco di originalità del giovane Lorenzo.
 

Le opere sono nella mostra “Il prologo di un tempo nuovo” fino al 24 aprile all’Archivio contemporaneo Bonsanti in via Maggio 44 a Firenze insieme a inediti di altri personaggi che hanno segnato la storia della Chiesa.

Come Ernesto Balducci: l’intellettuale vive negli stessi anni una forte tendenza artistica. Scrive numerose poesie mentre frequenta il seminario a Roma per poi diventare nel ’45 sacerdote nei padri Scolopi.
Nel medesimo periodo lo storico della Chiesa Michele Ranchetti comincia a concretizzare la propria vena artistica – che lo accompagnerà per tutta la vita - in disegni e poesie.
Gli scritti di padre Ernesto, provenienti dall’archivio della Fondazione Balducci, e le opere di Ranchetti prestate dalla sua famiglia affiancano gli inediti di Milani ricostruendo il contesto sociale e culturale vissuto dai tre personaggi prima che ciascuno di essi si indirizzasse verso l’inizio di quella che sarebbe stata la propria vocazione di fede o professionale.
 

"La mostra intende offrire elementi utili per una riflessione relativa ad un periodo finora piuttosto sottovalutato della biografia di Lorenzo Milani: quello che inizia con la fine degli studi liceali fino alla sua entrata in seminario - dice il direttore della Fondazione Balducci e curatore della mostra Andrea Cecconi -. E' un periodo contrassegnato, per il giovane Lorenzo, dall’esperienza pittorica e dalla tragedia della guerra. L’obiettivo del progetto, nel suo complesso, è quello di riproporre quell’esperienza nel contesto di poco più di un triennio, in parallelo a quella di due personalità che con Don Milani ebbero, seppur in tempi diversi, un rapporto significativo o furono testimoni diretti di quell’esperienza: Michele Ranchetti, già amico della famiglia Milani, studente con Lorenzo al liceo Berchet a Milano e, successivamente, come il giovane amico tentato dall’esperienza artistica, e Ernesto Balducci, futuro amico di entrambi, allora segregato nel seminario dell’Ordine a Roma, ma ancora tutto preso dalla sua vocazione poetica che lo induceva a immaginarsi un destino di poeta-apostolo. In particolare, Ranchetti ebbe occasione di conoscere il giovanissimo Lorenzo e di esaminare le sue opere. Anche se poco dopo fu la volta del giovane Milani a raggiungere l’amico nella sua villa fiorentina in via Giramonte per vederne i disegni. L’iniziativa intende anche offrire l’opportunità di approfondire il rapporto arte/fede, un tema ampiamente dibattuto nel corso del secolo scorso e, in particolare, nell’immediato dopoguerra quando non mancarono, anche a Firenze, alcune significative esperienze tendenti a coniugare l’esperienza artistica con la testimonianza di fede, nella prospettiva di quella tensione di rinnovamento spirituale e artistico propria degli anni del dopoguerra".

 

La mostra è organizzata dalla Fondazione Balducci con allestimesto del Gabinetto Viessux e patrocinata dalla Regione Toscana.


Manuela Plastina
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