Firenze, 5 giugno 2012 - "Domande al silenzio", un titolo particolare che l’autore mette in stretta relazione «alla suggestione che il silenzio stesso provoca, all’enigmaticità di sottofondo della realtà quotidiana». Secondo Marco Incardona la dimensione della parola non detta rinvia ai «ritmi della modernità, all’accelerazione vertiginosa degli ultimi trent’anni della nostra storia».

 

«Noi – ha spiegato l’autore – non riusciamo più a spiegare coerentemente quel che ci accade e quel che sentiamo. Non riusciamo più ad armonizzare le nostre aspettative più profonde con le aspettative che gli altri hanno su di noi. Questa impossibilità – conclude – porta a relegare al silenzio gli spazi intimi di noi stessi che vengono accantonati quasi come una forma di salvaguardia».
 

Il silenzio ha tuttavia, per Incardona in questo romanzo, non più il significato di salvaguardia: «esso rischia di destabilizzare in profondità le nostre vite». Domande al silenzio è un’opera ricca di contenuti e completa. Si tratta di un concentrato di punti di vista ben espressi dal narratore che gioca con i personaggi rendendoli umani e concreti. È un romanzo che non può essere letto senza un’elevata dose di concentrazione, richiede impegno ed è adatto solo a lettori caparbi, determinati, fieri e curiosi.

La presentazione del prossimo sette giugno rientra nel ciclo di appuntamenti organizzati dall’associazione culturale “La parentesi della scrittura” che promuove la rassegna letteraria “le parole e l’autore” e rientra nel ciclo di eventi intitolato il maggio dei libri 2012 promosso dal ministero dei Beni Culturali e dal centro per il libro e la lettura.