Firenze, 11 marzo 2012 - TRE GIORNI dedicati a Bach per una maratona non stop che ha invaso Firenze e ha avuto un straordinaria risposta dagli appassionati del grande compositore. L’idea del pianista iraniano Ramin Bahrami e del compositore Mario Ruffini, che per la prima volta hanno portato a Firenze il loro «World Bach-Fest», da Facebook a Facebach ha stregato centinaia e centinaia di fiorentini.

Di tutte le età. Ieri Palazzo Vecchio è stato al centro dell’ultima giornata della manifestazione (iniziata venerdì sera con un concerto al Teatro Comunale e continuata nella giornata e nella notte di sabato) e piazza Signoria è stata letteralmente presa d’assalto dai «bachiani». Se nel Salone de’ Cinquecento si sono alternati fin dalla mattina fra le 500 e le 600 persone per ogni appuntamento, lezioni, dialoghi, cortometraggi, brevi concerti, conversazioni, nel pomeriggio la coda per riuscire ad assistere all’intervista impossibile di Vinicio Capossela a Johann Sebastian Bach interpretato dal pianista persiano Ramin Baharami e ai due concerti di chiusura del pianista il primo con l’Orchestra della Toscana e il secondo e ultimo dedicato alle «Variazioni di Goldberg» con la voce narrante di Sandro Cappelletto. Oltre cinquemila i pass che sono stati distribuiti per poter partecipare alle manifestazioni. «Sono andati esauriti — spiega non senza soddisfazione Mario Ruffini — fin dalla mattinata di ieri. Abbiamo fatto di Firenze la città di Bach».

Per ascoltare Bach e tutte le divagazioni possibili sul grande compositore che ha rivoluzionato la storia della musica, bastava infatti ritirare gratuitamente quel pass. Cartellino magico per entrare ovunque.

LA FORMULA era dedicata in particolare al pubblico dei social network ma gli appassionati del genere non si sono certo lasciati sfuggire l’occasione. Ieri pomeriggio la coda sotto Palazzo Vecchio si è allungata in piazza fino a circondare il monumento a cavallo di un incredulo Cosimo I. E se nella straordinaria atmosfera del Salone de’ Cinquecento erano almeno in settecento ad ascoltare in assoluto silenzio, altrettanti erano coloro che speravano di poter salire. Sotto la Loggia de’ Lanzi era stato montato un maxi schermo e in molti, alla fine, si sono accontentati di seguire la manifestazione all’aperto in una serata dalla temperatura quasi primaverile.
 

 

Certo il fantasma di Bach interpretato da Ramin Bahrami ha letteralmente stregato il pubblico, divertito dalle risposte non sempre riverenti alle domande di un compostissimo Vinicio Capossela. Uniche concessioni un po’ ruffiane la redingote di velluto giallo, con il panciotto turchese e la camicia bianca dalle cento gale. E se Capossela provoca con una domanda ambigua sui rapporti fra il grande musicista e i suoi committenti della corte tedesca, Baharami non perde l’occasione per rgalare al suo Bach uno spicciolo di contemporaneità. «Angela Merkel è una bravisima figliola perchè ha messo a posto i nostri conti e credo che i politici italiani dovrebbero seguirla».
Paola Fichera