Firenze, 21 agosto 2011 - SESSANT’ANNI fa, il 22 agosto del ’51, Ninalee Craig, 23enne modella usa, fendendo gli sguardi di un gruppo di fiorentini al caffè Gilli, pensava di guadagnare qualche dollaro. «La mia amica fotografa Ruth Orkin — ha raccontato in esclusiva da Toronto alla nostra Letizia Tesi — disse che avrebbe venduto gli scatti». Invece nessuno li comprò, lei non prese un soldo, ma passò alla storia: quel poster è fra i più famosi di sempre nel mondo.

 

COME Marilyn con la gonna alzata dal vento del metrò, Einstein che fa la linguaccia e gli innamorati di Doisneau, anche la «Ragazza di Gilli» si è piazzata dietro ai nostri divani, affissa al muro a raccogliere le nostre emozioni. Oggi, all’idea della sua popolarità, ride: «La foto l’abbiamo scattata in soli 30 secondi» dice, a sostenere la genuinità del gesto. Non una sorpresa. Henri Cartier-Bresson sosteneva che le fotografie raggiungono l’eternità attraverso il momento.

 

Così è stato per Ninalee, oggi una ragazza di 83 anni. Le foto catturano il tempo, sono portatrici sane di ricordi grazie ai particolari. Lei, ad esempio, porta uno scialle nonostante l’agosto. «Serviva a coprirmi le spalle per entrare nelle chiese», racconta oggi, spiazzandoci. Anche l’uomo vicino compie un gesto evaporato dalla bottiglia aperta del tempo: le fischia contro in un gesto bullo di conquista. Oggi quella foto non potrebbe scattarsi semplicemente perché gli uomini non fischiano più alle donne. L’amore al tempo di Internet è fatto di altro, di pensieri presi a prestito sul web o di sms d’amore sbocconcellati.

 

Con i ragazzi di oggi che, nel guscio impalpabile dall’etere,quasi si vergognano a guardare negli occhi una ragazza. «Invece allora dovunque andassi avevo gli occhi addosso ma non mi sono mai sentita molestata, anzi. Quegli sguardi facevano bene», racconta la “Ragazza di Gilli”. A dire che la gente ancora oggi dovrebbe guardarsi di più negli occhi. Chiudere i pc, spengere la tv e ritornare in piazza anche solo per fischiare una ragazza. A guadagnarci non sarebbe solo la fotografia, ma la vita.