Firenze, 30 gennaio 2011 -  CARTELLI impazziti? Omini che spuntano a reggere divieti o tra i divieti, a cogliere fiori? E’ una specie di Zorro dell’arte: si chiama Clet. Passa, lascia il segno e poi sparisce. E’ un artista estemporaneo bretone. Ti giri e se ci fai caso — e ci fai caso— ti trovi davanti cartelli impazziti: un bivio sono le gambe di un diavolo dispettoso.

 

Nel pericolo una donna raccoglie i fiori: non parliamo della strada senza uscita, vagamente blasfema ma senza nessunissima malizia, da sembrare disegnata da un bambino. Nel niet bianco del divieto di transito, altro omino di Clet colto nell’atto di portarsi via la barra. E ancora l’altro, più dispettoso che mai, cerca di strappare il divieto in campo rosso del cartello. Proseguire, prendere un’unica direzione: un pallino e un semicerchio sopra la freccia diventano rassicurante angioletto.

Clet lavora quando meno te lo aspetti. Forse quando si sente libero di agire. Soprattutto in queste condizioni è bello amare l’arte, conoscerla. Saperla leggere e usare. E’ con la cultura che si resiste all’abominio di un Paese degradato e incanaglito. Con la cultura tutta: dalla letteratura al teatro, al cinema. C’è pure una rabbia che è arte.

 

A fronte di roboanti e televisivi tatatazum di politici e pseudo-intellettuali che spesso presenziano inaugurazioni e tagli di nastri solo per farsi vedere, Abraham Clet ha dimostrato che si possono installare statue belle grandi anche soli soletti. Ed essere invisibili. A Firenze, pochi giorni fa ha superato se stesso: sopra uno spunzone del Ponte alle Grazie ha fissato, prima una rete di metallo, poi una sua mega scultura in vetroresina.

 

Un’opera fresca che rappresenta l’impressionante passeggiata nel vuoto di un uomo che va in direzione Ponte Vecchio. Clet in bilico al di là della ringhiera, si è messo a sfidare pure lui le leggi della fisica col suo personaggio dalla gamba sull’Arno. Si è lasciato andare allo straniamento per sorvegliare meglio la vita. Inevitabile morale: da due giorni la sua opera è stata rimossa. Caro Clet, le sicurezze si formano prima. Se si formano.