Firenze, 24 giugno 2010 - La Crusca è la più antica accademia linguistica in Italia e in Europa, che ha svolto e svolge un ruolo culturale decisivo, ma è a tutt’oggi priva di una dotazione ordinaria da parte dello Stato, sufficiente a garantirne il funzionamento e lo svolgimento dei compiti istituzionali: il personale estremamente ridotto (solo 6 unità interamente a suo carico) e il contributo tabellare del tutto inadeguato (€ 190.000,00) sono alla base dei ricorrenti rischi d’interruzione di ogni attività. È una situazione senza eguali.

 

In ciascuno dei principali Paesi europei esiste una grande Accademia o un Istituto particolare, il cui fine fondamentale è quello di studiare e tutelare la lingua nazionale, promuovendone la conoscenza e la diffusione. Sono istituzioni ispirate proprio dall’Accademia della Crusca che, attraverso il suo Vocabolario (1612-1923) seppe diffondere in Europa una forte coscienza linguistica nazionale e costituì il modello specifico per l’Académie française, la Real Academia spagnola, la Compagnia fruttifera di Weimar, i cui obiettivi oggi sono ora propri dell’Institut für Deutsche Sprache di Mannheim, e altre ancora.

 

L’Accademia della Crusca – fondata a Firenze nel 1583 da un gruppo di letterati, giuristi e scienziati per studiare e regolare la lingua italiana – ha saputo adattarsi ai cambiamenti storici ed è oggi un moderno istituto di ricerca, formazione e divulgazione linguistica, la cui autorevolezza è unanimemente apprezzata nel mondo; protagonista nel promuovere, attraverso progetti di grande rilevanza internazionale, lo studio e la conoscenza dell’italiano nel multilingue quadro nazionale, europeo e globale.

 

Lo Stato ne ha riconosciuto recentemente la fondamentale funzione “pubblica” legata alla lingua, il più importante bene culturale immateriale. In questo grave momento di crisi economica generale e di ripensamento della destinazione dei contributi pubblici, gli Accademici della Crusca e i Soci corrispondenti italiani e stranieri denunciano le condizioni di assoluta precarietà economico-finanziaria dell’istituzione di cui fanno parte e chiedono con forza al Governo che, con un atto normativo, sia finalmente assicurata all’Accademia della Crusca, per la sua unicità di ente di tutela, promozione e valorizzazione della lingua nazionale, una dotazione ordinaria in grado di consentirle un sicuro funzionamento e uno sviluppo delle attività adeguato ai propri fini statutari.

Gli accademici: Maria Luisa Altieri Biagi, Paola Barocchi, Gian Luigi Beccaria, Pietro Beltrami, Rosanna Bettarini, Francesco Bruni, Ornella Castellani Pollidori, Vittorio Coletti, Maurizio Dardano, Tullio De Mauro, Domenico De Robertis, Piero Fiorelli, Lino Leonardi, Giulio Lepschy, Nicoletta Maraschio, Carlo Alberto Mastrelli, Pier Vincenzo Mengaldo, Aldo Menichetti, Silvia Morgana, Bice Mortara Garavelli, Teresa Poggi Salani, Lorenzo Renzi, Francesco Sabatini, Cesare Segre, Luca Serianni, Angelo Stella, Alfredo Stussi, Alberto Varvaro, Maurizio Vitale e i soci corrispondenti: Luciano Agostiniani, Tatiana Alisova, Giuseppe Brincat, Jacqueline Brunet, Rosario Coluccia, Wolfgang U. Dressler, Vittorio Formentin, Hermann Haller, Elisabetta Jamrozik, Alberto Nocentini, Max Pfister, Bernard Quemada, Edgar Ratdke, Francisco Rico, Leonardo M. Savoia, Harro Stammerjohann, Serge Vanvolsem, Harald Weinrich.