Strage di via dei Georgofili, dopo la sentenza della Cassazione su Tagliavia i familiari delle vittime: "Siamo infuriati"

Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'associazione fra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, ha commentato la sentenza della Cassazione che ha chiesto un nuovo appello per il boss Tagliavia

L'attentato ai Georgofili (foto d'archivio New Press Photo)

L'attentato ai Georgofili (foto d'archivio New Press Photo)

Firenze, 18 settembre 2014 - Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'associazione fra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, ha commentato la sentenza della Cassazione che ha chiesto un nuovo appello per il boss Tagliavia riguardo l'attentato del 1993: "Siamo infuriati, basiti e infuriati- scrive in una nota-. Ma, per usare un frase trita e ritrita, aspettiamo la motivazione della sentenza". La Cassazione ieri infatti ha annullato con rinvio la la condanna per la strage di via dei Georgofili e prosciolto il boss dalle accuse per gli altri attentati del 1993-1994: quelli di Roma e Milano.

"Se ci sono cose da chiarire ben venga un altro appello a Tagliavia - spiega Maggiani Chelli - E auspichiamo a breve, visto che sono 20 anni che aspettiamo. Ma non si dica che questa è giustizia". "Nel 1998, data della prima sentenza per le stragi 1993 - aggiunge - era validissimo il teorema Buscetta con la responsabilità condivisa per tutti gli eventi stragisti. L'ergastolo ostativo era un bene condiviso per la mafia cosa nostra. Oggi il teorema Buscetta è stato cassato dalla Suprema Corte e l'ergastolo è osteggiato trasversalmente da tutta la politica".

L'avvocato Roberto d'Ippolito, difensore della parte civile al processo al boss Francesco Tagliavia ha dichiarato: "Non ci sottrarremo ad una nuova verifica dibattimentale, poiché la responsabilità del coinvolgimento di Tagliavia nella strage dei Gergoifili ha trovato puntuale conferma nel corso dell'istruttoria in primo e secondo grado". 

I legali del boss Francesco Tagliavia, gli avvocati Luca Cianferoni e Antonio Turrisi hanno commentato: "L'annullamento senza rinvio è la pronuncia più tranciante per una sentenza di merito che ha stigmatizzato come si sia sbagliato tutto (non solo la motivazione della sentenza di appello, piena di errori argomentativi, ma anche il giudizio sulla responsabilità dell'imputato, sulla quale non è stato rilevato dalla Cassazione alcun elemento probatorio), ancora più eclatante se pronunciata in un processo che ha ad oggetto svariati fatti di strage e di attentato che hanno scosso le coscienze di tutti e la storia d'Italia degli ultimi trent'anni". "Il processo si fondava sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Spatuzza e Romeo che hanno accusato Francesco Tagliavia della strage di Firenze. - aggiungono - Le accuse si sono rivelate non idonee a giustificare la condanna del nostro assistito". 

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