Serena si ribella ai suoi aggressori. "Io seguita e minacciata più volte"

Il coraggio di una commessa: «Troppi criminali, siamo sotto assedio»

Più volte Serena è stata seguita all’uscita dal lavoro

Più volte Serena è stata seguita all’uscita dal lavoro

Firenze, 27 maggio 2017 - TUTTE le mattine è la solita storia, esce di casa con la paura nel cuore. Paura che possa ripetersi, che possa rincontrare quei brutti ceffi che l’hanno seguita solo pochi giorni prima. Perché alla fine è tutta questione di attimi, di centimetri, di passi che si avvicinano. Di respiri sempre più intensi, del buio micidiale e del vuoto sociale che avanza.

Serena Paoletti, una brillante quarantenne fiorentina, lavora in un negozio di abbigliamento a due passi dalla stazione di Santa Maria Novella, «una zona franca di giorno come di notte» racconta. Lei, il rumore di quei passi sempre più vicini, lo conosce bene. «Più volte mi è capitato di essere minacciata e seguita – dice –, a tutte le ore. La stazione è diventata ostaggio di un gruppo di balordi e delinquenti che tutti ormai conoscono». Solo pochi giorni fa, due ladruncoli che aveva allontanato dal negozio dove lavora, l’hanno seguita nella pausa pranzo e le hanno sussurrato: «Attenta, ti conosciamo».

LO SGUARDO di quei due uomini le è rimasto appiccicato addosso. Come quello del gruppo di zingari che tutte le mattine scendono dal treno insieme a lei e tentano, un giorno sì e uno no, di sfilarle il portafogli. O degli spacciatori che smistano la «merce» sotto gli occhi di tutti. Una quotidianità fatta di insulti, sguardi cupi, pedinamenti, frasi del tipo ‘Stai zitta, non alzare la voce’. «A volte capita – si sfoga – anche che tirino fuori il coltello, non gira bella gente. Io, anzi tutte noi che lavoriamo in centro, non ci sentiamo sicure. L’altra sera mentre andavo a riprendere la macchina due uomini mi stavano col fiato sul collo, mi sono buttata nel mezzo di strada e ho fermato un autobus, altrimenti non so cosa sarebbe successo. E’ stato terribile, non lo auguro a nessuno, per alcuni giorni mi sono fatta accompagnare in negozio... Ho dovuto rivoluzionare i miei orari, le mie abitudini». Serena da più di sette anni lavora in centro, lo conosce come le sue tasche, e di cambiamenti ne ha visti tanti. Anzi troppi. «Negli ultimi tre anni – aggiunge – la stazione si è trasformata in una casbah dove ognuno si sente autorizzato a fare quello che vuole, sono aumentati i furti all’interno delle attività, sono aumentati i malintenzionati che girano per strada. Non parlo solo per me ma per tutte le donne che lavorano nei ristoranti, nei negozi, negli albergi, nei locali. Costrette a fare tardi e a chiudere le attività da sole. Siamo tantissime, meritiamo più attenzione».

IN EFFETTI, come accade un po’ in tutte le stazioni delle grandi città, a Santa Maria Novella non si respira bell’aria. Gli episodi di violenza sono sempre più frequenti. Due settimane fa all’interno del Mc Donald’s di piazza stazione un buttafuori è stato aggredito con un coltello da un giovane nord africano. Solo il coraggio e l’addestramento della guardia hanno evitato il peggio mettendo in sicurezza la clientela. «E’ così quasi tutti i giorni, non tutti trovano il coraggio di denunciare – conclude Serena – Io voglio fare qualcosa per la mia città, ecco perché sto pensando di unirmi alla battaglia delle donne del comitato I love San Lorenzo. Solo insieme possiamo salvare Firenze».

ross.c.

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