Vicchio, violenze sulla figlia. Il padre orco ora va in carcere

Condanna definitiva ad otto anni e quattro mesi

Violenza sui minori (foto archivio)

Violenza sui minori (foto archivio)

Vicchio, 15 luglio 2017 - Non ci sono più dubbi, su cosa succedeva nella camera da letto di quel padre orco, soprattutto quando tornava a casa ubriaco. Ed è stato definitivamente accertato anche cosa accadeva tra lui e la sorellina della moglie. Violenze sessuali complete nei confronti di sua figlia (che all’epoca dei primi stupri non aveva compiuto neppure dieci anni), sfregamenti, ammiccamenti, foto intime per l’altra ragazzina che aveva in casa, pure lei giovanissima, meno di 14 anni.

La Cassazione ha definitivamente condannato a otto anni e quattro mesi un mugellano, residente a Vicchio, di cui per tutelare l’identità delle vittime di questi abusi non possiamo rendere noti altri dettagli. Con la sentenza della Suprema Corte, però, si apriranno per lui le porte del carcere. Fino ad ora, si trovava in custodia cautelare ai domiciliari, comunque lontano dalle piccole, che adesso vivono con la madre.

A far emergere questa terribile vicenda fu la bambina, sua figlia: ad un’amichetta, a scuola, raccontò cosa fosse costrettata a subire dal padre. Abusi iniziati quando l’uomo si separò dalla moglie, nel 2009, e ospitava la figlia a casa sua, dove viveva con una nuova compagna.

La prima amichetta a cui confidò quei terribili racconti, non ci credeva. «Lo riteneva una brava persona». Ma quando, ne parò con un’altra amica trovò finalmente il coraggio di dire tutto alla madre. Era il gennaio del 2014. Dopo la denuncia della donna, assistita dagli avvocati Carlo Giugno e Laura Tagliafierro, iniziarono i delicati accertamenti da parte dei carabinieri, indagini condotte con il costante appoggio di uno staff psicologico.

Le visite ginecologiche confermarono in pieno le atroci violenze subite dalla bambina. Al primo processo, con il rito abbreviato, il padre orco venne condannato a dieci anni e quattro mesi, pena ridotta di due anni in Appello. E adesso definitiva dopo la pronuncia della Cassazione.

 

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