Via dei Benci, emergenza sicurezza: "Pistole al peperoncino contro balordi e spacciatori"

Incontro tra gli imprenditori di Confcommercio e il prefetto. Sos dei gestori: "Le nostre dipendenti sono a rischio"

Spray al peperoncino

Spray al peperoncino

Firenze, 21 settembre 2017 - «Non si capisce perché tutte le sere, alla stessa ora, i soliti spacciatori sono nello stesso posto, indisturbati e liberi di spacciare».

Via dei Benci di notte, infatti, si trasforma in una specie di enclave del centro storico, una base operativa di un gruppo di spacciatori che si contendono il territorio a suon di sputi e minacce. Questa volta l’allarme arriva da Confcommercio che, nel corso di un incontro col prefetto di Firenze Alessio Giuffrida, ha offerto la propria collaborazione per studiare eventuali iniziative che servano a migliorare la situazione.

Tra le proposte formulate anche quella di «dotare gli addetti alla sicurezza dei locali di strumenti di difesa personale, come spray e pistole a base di sostanza urticanti, da usare per rispondere ad eventuali atteggiamenti minacciosi sia all’interno e sia all’esterno ovviamente nel rispetto del Codice di pubblica sicurezza». La richiesta è stata inoltrata inoltrata al Ministero dell’Interno.

«Nell'arco di pochi mesi quattro dipendenti, tutte donne , si sono licenziate perché più volte sono state importunate - spiega il presidente del Silb fiorentino Riccardo Tarantoli –. E’ capitato perfino che uno dei miei addetti alla sicurezza venisse minacciato con una bottiglia rotta alla gola. Gli steward sono dotati di pistole con spray urticanti ma per legge hanno un raggio di azione limitato, non possono intervenire fuori dalle pertinenze del locale, fosse anche per proteggere l'incolumità delle persone».

Ma la cosa che sconcerta tutti è un'altra: «Non si capisce perché tutte le sere, alla stessa ora, le stesse persone possano compiere indisturbate gli stessi crimini», va dritto al punto il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni. «Cresce anche la paura delle rappresaglie quando si chiamano le forze dell'ordine – prosegue -. Perché dopo qualche giorno, o addirittura dopo poche ore, non solo sono di nuovo ai loro posti, ma per vendicarsi diventano più aggressivi. Come Confcommercio la consapevolezza è che questo non dipenda dalle forze dell'ordine, che anzi fanno il loro lavoro, né dalla magistratura, che fa altrettanto, quanto da un sistema legislativo e procedurale inadeguato».

Aldo Cursano, presidente Fipe Toscana, va dritto al punto: «Lavorare in centro storico sta diventando sempre più pericoloso, molti ormai convivono con la paura di essere coinvolti in episodi spiacevoli, come risse o minacce, una inquietudine che serpeggia anche fra i clienti».  

 

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