Un Grande Fratello per il turismo. Così ci salveremo dall'assedio

Palazzo Vecchio userà “telefoni spia“ per diversificare i flussi

Turisti a Firenze prima del coronavirus

Turisti a Firenze prima del coronavirus

Firenze, 18 febbraio 2017 - Città d’arte spolpate dal turismo di massa, ci salveranno i telefonini. Cosa c’entrano? I telefonini ci spiano e parlano. Ma quanto parlano. Danno informazioni a pioggia su di noi, sui nostri movimenti e spostamenti, sui divertimenti e sulle gite che facciamo, sulla velocità dei mezzi che ci trasportano. E tanto altro. Per questo Palazzo Vecchio ha acquistato da Tim e Vodafone l’intero pacco di dati di tutte le utenze che, tra maggio e ottobre 2016, sono passate da Firenze. Fiorentini e turisti, tutti nel calderone. E poi?

Serve un rimedio contro l’assedio permanente che non sia il numero chiuso come proposto per Venezia dal governatore veneto Zaia. Impraticabile. La ricetta Nardella per non esaurire il petrolio di Firenze è acchiappare i visitatori ad alta capacità di spesa e allungarne la permanenza in città da due notti e mezzo a tre, diversificando i flussi e sfruttando le quattro stagioni, prendersi il turismo congressuale, convincendo chi organizza convegni a farlo nei periodi più morti. E poi, disincentivare il turismo dei crocieristi in pullman che non porta ricchezza.

Tutto questo cosa c’entra con i dati spifferati dai telefonini? Molto. I tecnici degli uffici del turismo di Palazzo Vecchio hanno portato i dati al laboratorio di ingnegneria dell’Università di Firenze, sviluppatore dell’app ‘Km 4 city’ che snocciola informazioni su eventi e fa profilazioni sui movimenti degli utenti nel rispetto della legge sulla privacy. Sono proprio gli ingegneri che stanno masticando milioni di dati grezzi, una massa informe di numeri, per tirare fuori luogo di provenienza, spostamenti, stazionamenti. Tra un mese sapremo esattamente – anche se qualcosa più di un’idea già ce l’abbiamo – quali sono i percorsi preferiti dai turisti, le piazze più affollate, addirittura il numero delle presenze di un determinato momento in uno specifico luogo. Con i dati alla mano l’ufficio comunale di statistica realizzerà un report dettagliato per consgnarlo poi all’ufficio turismo e, infine, ai decisori politici che avranno elementi in più nella strenua battaglia alla diversificazione dei flussi già un po’ persa in partenza perché chi viene a Firenze non può rinunciare al quadrilatero Unesco: chiedere di lasciarlo perdere sarebbe come pretendere di far prenotare a gennaio agli amanti delle vacanze al mare.

L’obiettivo è allungare il periodo di permanenza: magari dopo i primi due giorni il turista a Firenze è anche curioso di battere sentieri meno conosciuri. "Il numero chiuso per le città d’arte non serve, non funziona: servono politiche serie che consentano di investire e puntare sulla qualità", spiega il sindaco Dario Nardella. "Certo, le anime e le tradizioni delle nostre città devono essere salvate – dice – altrimenti si trasformano in parchi giochi. Le città d’arte rischiano di essere violentate da una massa indistinta di turismo mordi e fuggi: una sorta di nemico, perché chi sta tre ore in città fa due foto senza vedere nulla, non serve. Abbiamo bisogno di un turismo più consapevole".

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