Tim Cook a Firenze, mister Apple ai ragazzi: "Credete in voi, accadranno belle cose"

L'Osservatorio Permanente Giovani-Editori del presidente Andrea Ceccherini ha ospitato il Ceo dell'azienda di Cupertino

Firenze, 13 ottobre 2017 - “Mandatemi un curriculum, lo esaminerò”. Sorride e scherza con gli studenti italiani il capo di Apple Tim Cook. Parla di Steve Jobs e di intelligenza artificiale, dei suoi sogni da bambino e della strage di Las Vegas. Senza risparmiarsi sulle domande scomode, come le differenze di prezzo degli iPhone nel mondo e il rapporto dell’azienda con il fisco europeo.

Il Ceo dell’azienda di Cupertino era ospite a Firenze, al cinema Odeon, dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori del presidente Andrea Ceccherini. E l’occasione della visita di Cook era speciale: l’Osservatorio ha compiuto infatti 18 anni e ha coinvolto in tutto questo lungo periodo milioni di studenti per il progetto “Quotidiano in Classe”, che propone ai giovani italiani la lettura sui banchi dei quotidiani.

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Un cammino comune quello di Apple e dell’Osservatorio nella missione di educare, aprire le menti dei giovani e cambiare il mondo. “Imparate a confrontare più fonti per farvi un’idea - dice Andrea Ceccherini introducendo Tim Cook alle centinaia di ragazzi arrivati a Firenze da tutta Italia - Notare come giornali diversi possano dare in forma diversa una stessa notizia apre la mente, forma la vostra coscienza critica".

Apple ha cambiato in infiniti modi la società. Il suo impatto a tutti i livelli è stato molto alto in tutto il mondo. E capire il punto di vista di colui che guida quest’azienda ha particolarmente interessato i ragazzi. Intervistato dalla giornalista Maria Latella, Cook ha parlato guardando idealmente negli occhi gli adolescenti.

“Credete in voi stessi. Sicuramente ci saranno dei momenti in cui vi sentite soli e diversi, ma ricordatevi che ci sono altre persone come voi”. Ma cosa pensava Cook quando era bambino? “Avrei voluto essere un musicista - dice - Mi piaceva il trombone ma ero un pessimo suonatore. Avrei voluto essere un atleta ma non ne avevo le capacità. Ma non ho smesso mai di cercare e di pensare che qualcosa di bello sarebbe accaduto”.

Cook ha raccontato delle sue origini: “Non eravamo una famiglia ricca, mio padre ogni giorno andava a lavoro ma non era contento di quello che faceva. Ecco, io mi dissi che avrei voluto fare nella vita qualcosa di appassionante. Sembra una cosa banale ma è molto importante”.

Gli adolescenti sono i maggiori fruitori del web. Ma il web spesso è anche violenza e bullismo. Temi difficili, per i quali Cook spera che un giorno “tutto questo possa finire. Dipende assolutamente da noi. Noi facciamo parte di questo mondo. Ricordo quello scritto di un autore tedesco: ‘Dopo i socialisti, i sindacalisti e gli ebrei vennero a prendere me perché non c’era nessun altro’. Dobbiamo essere tutti noi ad agire contro il bullismo, segnalare quello che non va”.

Apple è attiva a direttamente a livello editoriale con il servizio di Apple News. E proprio sul giornalismo e sulle fake news, altro tema ampiamente dibattuto, Cook mette in guardia non solo dalle false notizie in Rete ma da quello che rappresentano: “Vogliono dividere le persone e polarizzare la società. Quando si comincia ad odiare avvengono soltanto cose negative. Il progetto dell’Osservatorio da questo punto di vita è molto importante. Andrea Ceccherini mi ha spiegato i valori che stanno dietro a tutto questo. Come ha detto Andrea, bisogna assicurarci che la nostra mente sia aperta quando leggiamo una notizia”.

Valori comuni, quelli tra Apple e l’Osservatorio Permanente Giovani Editori: cambiare il mondo attraverso l’educazione, creare uno spirito critico nei giovani”. Non si risparmiano in applausi i ragazzi, che, quando è entrato in platea, hanno accolto Cook, accompagnato da Andrea Ceccherini, come una rockstar.

E il discorso non può non cadere sulla realtà aumentata, una tecnologia che per Cook è una vera e propria idea di futuro. Del resto, i nuovi Iphone sono già predisposti per questo modo di comunicare e vivere il mondo.

“Una tecnologia che potrà cambiare il giornalismo, la sanità. Non credo che ci sarà qualcosa che non sarà toccato. Potremo in futuro camminare in un museo e vedere spuntare Cleopatra davanti a noi”.

L’uomo che ha ispirato Tim Cook è stato il suo predecessore, Steve Jobs. E la conversazione scivola sul padre dell’Iphone e di molti altri device che hanno cambiato la vita di molte persone.

“Non voleva yes man accanto a lui, voleva che le persone avessero un loro punto di vista. Era un genio, una persona che cercava sempre la perfezione. Penso mi abbia visto come una persona con cui ci si poteva confrontare. Ricordo ancora il giorno in cui mi disse che sarei stato il suo successore. Sei settimane dopo sarebbe spirato, ma io pensavo che sopravvivesse anche a me”. Essere a capo di un’azienda del genere significa avere molto potere. E per Tim Cook il potere “è la capacità di influenzare le persone”.

Ma anche in questo passaggio stimola i ragazzi a credere in loro: “Ognuno di noi ha un potere. E’ come un sasso in uno stagno: ci sono tante piccole ondine. Ognuno di noi con il suo piccolo potere è una piccola onda e può fare grandi cose. Noi, come Apple, vogliamo creare prodotti che aiutino gli altri. Vogliamo aiutare l’umanità e per questo investiamo nelle energie rinnovabili. Vogliamo istruzione, perché crea uguaglianza. E vogliamo sicurezza per i nostri prodotti, ci sentiamo molto responsabilizzati in questo”.

Intanto, in platea i ragazzi scalpitano per le domande. E il Ceo originario di Robertsdale, Alabama, sorride e non si sottrae. Parla del prezzo degli Iphone, “Ci sono prezzi diversi perché la tassazione è diversa” e dei “dreamer”, i nativi degli immigrati che sperano un giorno possano diventare americani a tutti gli effetti. “Abbiamo 250 dreamer alla Apple, vogliamo che tutti i dreamer americani possano ottenere la cittadinanza”, rifacendosi alle dichiarazioni che Obama fece durante la sua presidenza.

La chiusura è ancora con Steve Jobs: “Quando mi passò il testimone tutti sentivamo una grande responsabilità sulle spalle. Ma mi disse che in futuro avrei dovuto guidare l’azienda con la mia testa, senza pensare a cosa avrebbe detto lui in questa o quella situazione. E’ il regalo più grande che mi abbia mai fatto”. “Bravi ragazzi - dice Andrea Ceccherini in chiusura di dibattito - Avete dimostrato di avere testa sulle spalle e spirito critico. Grazie a tutti per questa splendida occasione di confronto”.

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