Soggiorno col trucco: tassa non versata. Quindici albergatori a processo

E Palazzo Vecchio chiede il risarcimento

Albergo

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Firenze, 7 dicembre 2016 - Un milione di euro non versati nella casse di Palazzo Vecchio. A tanto ammonta l’appropriazione indebita contestata a una venticinquina di strutture ricettive cittadine che non avrebbero versato nelle casse del Comune di Firenze gli importi della tassa di soggiorno incamerata dai turisti. Ma il processo, iniziato ieri davanti al giudice Boninsegna, promette colpi di scena. Pronti via, infatti, il tribunale ha dato subito appuntamento a gennaio per decidere su due eccezioni presentate dalle difese degli albergatori che potrebbero anche portare alla chiusura anticipata del dibattimento o al suo instradamento in un binario differente.

Premessa: la tassa di soggiorno è stata istituita nel 2011. Palazzo Vecchio ha incaricato gli hotel di far da salvadanaio dell’ente pubblico. L’albergo incassa, separatamente dal conto del soggiorno, la tassa – che varia in base alle stelle e si moltiplica per i pernottamenti, per le prime sette notti – ed entro il quindici del mese successivo ha l’obbligo di versare al Comune quanto da lui trattenuto. A processo, dunque, ci sono quelle strutture che, stando agli accertamenti disposti dal pm Luigi Bocciolini ed effettuati dalla polizia municipale, hanno trattenuto gli importi riscossi. E qui il campo si apre ad alcune considerazioni giuridiche, andate in scena ieri mattina. Una di tipo amministrativo, sollevata dall’avvocato Massimo Megli, secondo cui se gli alberghi non pagano si applicano sanzione amministrative tributarie, ma non penali. Gli hotel ’imputati’, che non hanno pagato, hanno ricevuto ingiunzioni di pagamento. E il Comune si è costituito parte civile ma soltanto nei confronti di coloro che non hanno saldato il conto.

L’altra eccezione, avanzata dagli avvocati Luca Bisori e Filippo Cei, punta sui difetti delle querele, che sarebbero giunte ben oltre il termine di legge. La palla passa al giudice. Nel frattempo, il dibattito sulla tassa di soggiorno resta attualissimo, e si allarga anche ai cosiddetti ’host’ che proliferano sui siti tipo Airbnb. Il processo in questione, invece, ha origine dalle intercettazioni ’hot’ sullo scandalo escort all’hotel Mediterraneo. Tra i discorsi captati dalla polizia postale, infatti, ci furono anche quelli relativi agli ’sgami’ adottati per non versare o versare meno tassa di soggiorno.

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