Sicurezza, barriere anti Isis: chi dice no, chi dice sì / SONDAGGIO e FOTO

Le associazioni di categoria sono favorevoli. Cosa ne pensano i cittadini? Online un sondaggio fra i lettori de La Nazione

Barriere protettive lungo i marciapiedi

Barriere protettive lungo i marciapiedi

Firenze, 21 agosto 2017 - VIETATO fare polemica: la Firenze «proibita», quella blindata da pilomat, new jersey di cemento e catene d’acciaio anti-furgone, fa meno paura di una città «più libera ma indifesa». Anche se questo dovesse costare manovre in più sul carico e scarico merci, slalom pedonali aggiuntivi per i turisti e grattacapi sul fronte permessi ztl. Parola delle tre associazioni di categoria che, da sempre, quella trafila burocratica nell’accesso al centro provano a semplificarla in tutti i modi, invece di complicarla: Confesercenti, Confcommercio e Federalberghi. Il mantra che viene ripetuto in tutte e tre le sedi, dopo il vertice tra Comune e prefettura di sabato dove è stato proposto un censimento di tutte le ‘barriere’ presenti in città, da eventualmetne impiegare in funzione anti-Isis è uno solo: «La sicurezza viene prima di tutto». Della serie: fare finta che a Barcellona, a Nizza e a Turku, in Finlandia, dove un uomo ha ucciso due persone per strada, ferendone altre 8 (tra cui un’italiana), non sia successo niente sarebbe una follia. Dal secondo comitato per l’ordine e per la sicurezza pubblica previsto per domani le associazioni di categoria si aspettano che le promesse siano mantenute: più controlli e, se necessario, transenne anti terrore.

 

 

«Siamo tutti disposti – commenta il presidente della Fipe Confcommercio, Aldo Cursano – a rinunciare a qualcosa per il bene comune. Soprattutto se questo contribuisce a rendere più sicuri i luoghi dove lavoriamo. Gli stessi che i turisti vengono a visitare da tutto il mondo. Sempre che questo avvenga rispettando il decoro e il volto della città senza snaturarla». Un esempio? Pilomat e barriere di cemento dove le strade lambiscono le aree pedonali del centro, le stesse che per conformazione possono attirare mezzi pesanti troppo pericolosamente vicini ai passanti. Come al mercato di San Lorenzo. «Penso anche a Santo Spirito o Santa Croce - aggiunge - qui il lavoro però deve essere fatto anche dalle forze dell’ordine che devono presidiare luoghi ad altissima socialità». Un’operazione realizzabile praticamente a impatto zero sulle casse dei commercianti. «Non credo che questo possa intralciare il lavoro degli esercenti – dice – una città più sicura significa più vita e lavoro per tutti».

Lo stesso pensiero di Santino Cannamela, presidente fiorentino di Confesercenti. «Faccio un esempio drastico: mettendo due pilomat di fronte a Ponte Vecchio – dice – non penso si faccia torto alla fruibilità del monumento o alla sua bellezza. I negozianti sono pronti a dare il loro contributo: siamo contenti che il sindaco sia presente in città in questo momento e che l’attenzione sul tema resti alta».

La conferma che il terrore non abbia fatto colare a picco i flussi turistici in riva d’Arno, arriva poi dal presidente di Federalberghi, Francesco Bechi. «La ‘lezione’ al terrorismo - commenta - arriva prima di tutto dai turisti che continuano a visitare la nostra città e ormai hanno imparato a convivere con questa fobia». Ma l’altro lavoro di intelligence che ora manca e da svolgere a tutti i costi, per Bechi, è proprio sul monitoraggio di flussi che identifichino anche gli affitti brevi in case private. «È disponendo di dati in questo senso, relativi al tipo di sistemazioni sui turisti che le forze dell’ordine potranno monitorare i singoli ingressi in città che spesso finiscono all’ombra del mercato grigio». Ma qui il «pilomat», per tenere d’occhio gli ingressi sospetti, in questo caso sarebbe tutto virtuale. «E ancora – conclude – ci vorrà del tempo».

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