Anarchici, blitz a San Salvi: 3 arresti, 35 indagati. Stabile sequestrato / VIDEO / FOTO

Villa Panico era la base operativa. Il procuratore: "Le indagini non riguardano l'esplosione di Capodanno"

La polizia  a San Salvi

La polizia a San Salvi

Firenze, 31 gennaio 2017 - Sono complessivamente 35 gli indagati nell'inchiesta della procura fiorentina, condotta da polizia e carabinieri, nei confronti di esponenti dell'area anarco-insurrezionalista. Per tre il gip ha disposto gli arresti domiciliari, misura che, è stata precisato successivamente, è stata eseguita solo per due dei destinatari, un uomo e una donna. Un'altra donna, invece, è stata arrestata questo pomeriggio intorno alle 14 in un edificio occupato nella zona del Galluzzo, dal quale sarebbe uscita spontaneamente all'arrivo delle forze dell'ordine.

Emesse altre 7 ordinanze dell'obbligo di dimora o di firma. A 9 degli indagati per i quali è stata adottata una misura cautelare viene contestato il reato di associazione per delinquere ai cui vertici, secondo gli investigatori, ci sarebbero stati i i tre arrestati.

Base operativa dell'organizzazione era l'edificio di Villa Panico, come era stato ribattezzato dagli stessi anarchici che lo avevano occupato abusivamente, nel parco di San Salvi. L'edificio è stato sequestrato questa mattina.

All'arrivo delle forze dell'ordine, impegnate sul posto con 250 uomini, gli occupanti si erano allontanati, ma sono stati rintracciati mentre si allontanavano a bordo di camper e portati in questura per essere identificati.

Si è reso necessario anche l'intervento degli artificieri per un involucro sospetto - un cestino per i rifiuti pieno di fiori piazzato davanti all'ingresso - poi rivelatosi innocuo.

Gli investigatori non escludono azioni di protesta da parte di gruppi anarchici in risposta agli arresti: «Siamo pronti a fronteggiare reazioni - spiegano - sia questa notte che nella giornata di domani».

Servizi di sorveglianza delle forze dell'ordine sono stati disposti nei luoghi della città considerati obiettivi sensibili.

L'edificio, spiegano gli investigatori, era «la principale base logistica dell'associazione per delinquere di ispirazione anarchica» scoperta nell'ambito delle indagini.

Le indagini che hanno portato all'arresto di due esponenti di area anarchica a Firenze, ha spiegato il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo, non riguardano l'esplosione della bomba in via Leonardo da Vinci che la mattina di Capodanno ha provocato il ferimento grave di un artificiere della polizia. Le richieste di misure restrittive verso gli indagati, viene precisato dalla procura, sono state presentate al gip prima dell'episodio.

I fatti contestati nelle indagini, coordinate dal pm Filippo Focardi, sono cinque, avvenuti tra gennaio e aprile 2016. Il primo, il 14 gennaio in via d'Annunzio, è la tentata irruzione nella libreria 'Il Bargello', vicina a Casapound, quando una ventina di persone armate di mazze tentò di entrare nel locale, dove erano presenti persone, e gettò all'interno un grosso petardo, che fortunatamente non esplose. L'esplosione di una bomba carta il 3 febbraio davanti alla stessa libreria.

Resistenza e violenza a pubblico ufficiale il giorno successivo nel corso di una manifestazione non autorizzata in piazza Ghiberti. Scontri con le forze dell'ordine, il 21 aprile scorso in Lungarno Generale dalla Chiesa, scaturiti da un normale controllo nel corso del quale una pattuglia dei carabinieri fu aggredita da militanti di area anarchica. Infine, una manifestazione non autorizzata il 25 aprile scorso in Santo Spirito, nel corso della quale furono imbrattati edifici, anche con scritte minacciose contro le forze dell'ordine, e furono aggrediti alcuni cittadini che protestavano contro gli imbrattamenti. Sempre in quest'occasione, alcuni degli indagati aggredirono la proprietaria di un bar per rubare bottiglie di alcolici. "Abbiamo individuato un sodalizio criminale il cui modus operandi prevedeva effettuazione pianificata di reati, commessi anche a latere di legittime manifestazioni", ha detto il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo.

 

Continui e costanti contatti, l'esistenza di basi logistiche, i rapporti di tipo gerarchico all'interno del gruppo, una 'cassa comune', l'adozione di un linguaggio convenzionale e di misure "di sicurezza". Sono tutti elementi, secondo il gip del tribunale di Firenze, Fabio Frangini, che dimostrano l'esistenza di un'associazione a delinquere formata da esponenti dell'area anarcoinsurrezionalista. Il reato associativo e' contestato a nove dei dieci destinatari di misure cautelari.

A sostegno della tesi della procura, anche numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali. "Il gruppo - scrive il gip Frangini nella sua ordinanza - durante i cortei si muove partendo dal concetto di espressione della propria identita' politica, ma accogliendo e nutrendo fin dall'inizio, ad esempio durante cortei anche non autorizzati ovvero mescolandosi a quelli autorizzati, come possibili sbocchi dell'attivita' lecita, delitti quali possono essere danneggiamenti o resistenze a pubblico ufficiali. In quest'ultimo caso l'idea di fronteggiare sempre e comunque le forze dell'ordine viste sempre come ostacolo all'espressione della loro ideologia politica e' palese in ogni comportamento tenuto". Il giudice rileva anche il rapporto di subordinazione di "semplici" appartenenti nei confronti delle donne al vertice: le decisioni devono essere da loro "approvate ed avallate".

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