Sagre, cene di paese e circoli in festa: «E' ristorazione mascherata, ora basta»

Categorie in rivolta: «Concorrenza sleale, serve subito un’inchiesta»

sagra

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Firenze, 23 luglio 2017 - Sagre, feste di associazioni sportive, cene di paese. Circa 25 milioni di euro il volume di affari stimato nella sola provincia di Firenze, 50 milioni in Toscana. Ci sono gli eventi che rispettano le regole, ma anche quelli che durano per settimane e propongono prodotti tutt’altro che tipici, come il pesce in montagna e i funghi al mare.

Di qui, da anni, le proteste delle associazioni di categoria. Il direttore di Confcommercio Firenze, Franco Marinoni, ha preso carta e penna e ha scritto a tutti i sindaci dei comuni della provincia. La competenza, infatti, in assenza di regolamenti nazionali e regionali, è delle amministrazioni comunali.

Nella lettera il direttore chiede di realizzare «un’indagine congiunta intercomunale per avere un quadro sul fenomeno a livello territoriale e, di conseguenza, trovare le soluzioni più adatte ad affrontare problemi come l’abusivismo e la concorrenza sleale». «Non siamo contro le sagre – spiega Marinoni – ma chiediamo stesse regole per tutti. D’estate la concorrenza si sente ancora di più perché sagre, circoli e feste private raggiungono il picco dell’attività». «Così – sottolinea – mentre i ristoratori s’impegnano a far quadrare i conti pagando stipendi, tasse e tariffe, c’è chi guadagna alle spalle loro e della comunità».

«Se qualcuno, con i proventi delle sagre, compra ambulanze e sistema campi sportivi, altri, come quelli che organizzano cene e feste private, semplicemente fanno attività di impresa mascherata per guadagnare senza sobbarcarsi gli oneri del fare impresa», conclude il direttore. A rimetterci sono i 2.710 ristoranti, 2.529 bar, 322 gelaterie e pasticcerie e 38 imprese di catering del fiorentino. Secondo un’indagine di qualche anno fa realizzata da Confesercenti, in provincia di Firenze si svolgono ogni anno oltre 200 sagre, coè 17 di media ogni mese, concentrate soprattutto nelle zone del Mugello, Valdarno e Valdelsa, per un totale di 659 giornate. I pasti somministrati, sempre secondo la ricerca di Confesercenti, sono stimati in circa 200 al giorno, con un costo a coperto che si aggira di media sui 20 euro.

«Sono anni che denunciamo il problema della concorrenza sleale delle sagre fasulle, che non rispettano le norme, non valorizzano il territorio e che incassano soldi senza che si sappia come vengono utilizzati», dichiara Franco Brogi, presidente provinciale di Fiepet Confesercenti. «Sono eventi che continuano a proliferare e purtroppo il regolamento, sul quale puntiamo per normare il settore, non è stato ancora approvato». Così, anche quest’anno, oltre alle tradizionali sagre dei tortelli e del cinghiale, si può scegliere tra quelle della pizza o della patata fritta, o la sagra del pesce a Certaldo. 

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