Covid, l'incubo di Giovanni: vaccinato, prigioniero in casa anche dopo il tampone negativo

L'odissea di un padre di famiglia. “Situazione assurda. Si accelerino le procedure o il sistema salta” , la denuncia di Confartigianato

Giovanni Guidarelli

Giovanni Guidarelli

Firenze, 7 gennaio 2022 – Sms che non arrivano, risultati dei tamponi in ritardo, provvedimenti di fine isolamento che diventano un miraggio. Un incubo che vivono i tanti fiorentini positivi o in quarantena e vissuto anche da Giovanni Guidarelli, vaccinato con due dosi, la terza già prenotata, prigioniero in casa per 30 giorni. Responsabile settore credito di Confartigianato Firenze, è riuscito a tornare a lavoro solo dopo una settimana dal risultato negativo del tampone molecolare.

L'incubo è cominciato lo scorso 6 dicembre: figlio positivo a un tampone fai da te in casa. A quel punto Giovanni, esce da lavoro e corre a casa a isolarsi, con tutta la famiglia. Il 10 dicembre verdetto ufficiale per tutti e quattro i componenti del nucleo familiare: tampone molecolare positivo. “Non siamo stati affatto bene all'inizio, poi via via siamo migliorati. Ma fin da subito abbiamo temuto di rimanere intrappolati nella burocrazia. E puntualmente è accaduto. Il 28 dicembre – racconta il dipendente di Confartigianato – ho ricevuto l'sms del ministero della Salute che mi annunciava la sospensione del green pass, che tuttavia è rimasto attivo per altri due giorni, come ho avuto modo di controllare con la app C19. Una volta che è stato realmente sospeso è cominciato un altro calvario. Il 31 dicembre ricevo il risultato negativo del tampone molecolare”.

“Ho prima provato, come da procedura – prosegue Guidarelli – ad inviare una mail all'indirizzo dedicato dell'Asl per chiedere la fine isolamento, però è tornata indietro perchè la casella era piena. Quindi ho compilato l'apposito form sul sito internet. Nessuna risposta. Ho rimandato mail, ricompilato il form. Preso dalla disperazione ho mandato anche una pec alla Asl chiedendo il fine isolamento dato che il numero di telefono dedicato era impossibile da contattare, con le linee intasate”. E quindi si arriva alla svolta finale, non prima di un altro rimpallo di burocrazie: “Siamo a venerdì 7 gennaio. Chiamo l'urp dell'azienda sanitaria di Firenze – racconta – che mi avverte che non c'è bisogno di un decreto di fine isolamento e che basta tampone negativo. Faccio presente che non è così, perchè per lavoro sono a conoscenza della procedura: per avere green pass da guarigione la Asl deve generare un codice che serve al ministero per emettere il nuovo green pass. L'urp mi fa chiamare il 1500, il numero del ministero, che conferma la mia convinzione”.

“Preso dalla disperazione ho mandato una nuova pec mettendo a conoscenza l'ufficio legale della azienda sanitaria della situazione, dicendo che mi sarei rivolto alle forze dell'ordine se non fossi stato liberato. Non so se la pec sia stata decisiva ma dopo qualche minuto è arrivato il fine isolamento per tutti” conclude Giovanni, ringraziando il medico di famiglia “che ci è sempre stato vicino e la rete di amici, parenti e colleghi”.

Burocrazia, inefficienza e ritardi stanno mettendo a rischio le attività delle aziende e i servizi per i cittadini. “Siamo di fronte ad una situazione imbarazzante e per certi versi drammatica perchè – afferma Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Firenze – oltre alla beffa del contagio purtroppo bisogna districarsi in una giungla burocratica che rischia di generare il caos. Un tampone negativo non è sufficiente per rientrare in comunità e nemmeno a lavoro con il green pass nuovamente attivo e questo è un problema enorme. Ci si ritrova non più malati perchè si è superato il Covid, ma non si può lavorare perchè manca lo svincolo dell'Asl. Troppi giorni passano dalla negatività alla liberazione. E i dipendenti sono costretti a prendere ferie per stare a casa, beffa assurda. Chiediamo un'accelerazione, non possiamo permetterci tempi così lunghi altrimenti il sistema salta”.