La protesta dell Uic: "Non sempre viene garantito il diritto al lavoro dei ciechi"

Il presidente Antonio Quatraro solleva il problema in occasione del consiglio comunale. "Se Palazzo Vecchio rispetta le norme, così non fanno altri enti pubblici e privati"

Il presidente regionale Uic Antonio Quatraro

Il presidente regionale Uic Antonio Quatraro

Firenze, 20 marzo 2017 - “Anche i non vedenti hanno il diritto di lavorare. Purtroppo, questo diritto non sempre è garantito”. Antonio Quatraro, presidente regionale Uic, ha ascoltato attentamente il question time presentato oggi in consiglio comunale dalla consigliera Pd Benedetta Albanese.

“Il Comune di Firenze – le parole dell’assessore Federico Gianassi, - ha sempre posto grande attenzione a queste tematiche. L'inserimento lavorativo discende da obblighi normativi ma prima ancora ci muovono ragioni di buon senso verso cittadini che hanno diritto a lavorare presso le amministrazioni pubbliche”.

La legge prevede l'assunzione del 7% per lavoratori disabili fisici e psichici e dell'1% di categorie protette sulla base del calcolo del personale in servizio. Ogni anno, come ha sottolineato l'assessore Gianassi, il Comune verifica il rispetto delle proprie coperture entro il 31 dicembre ed entro il 31 gennaio dell'anno successivo deve inviare il prospetto al Centro per l'impiego.

Nel 2016 il Comune di Firenze ha assunto 11 dipendenti di cui 2 nella lista della categoria disabili e 9 nella lista della categoria protetta. Altre tre assunzioni sono previste nel 2017 e nella proposta di fabbisogno sono state inserite una assunzione di categoria protetta e dodici assunzioni di persone disabili.

“Siamo contenti del fatto che il Comune di Firenze sia sensibile riguardo al tema dell’occupazione dei non vedenti – ha detto Antonio Quatraro, – ma ci piacerebbe però che anche altri enti pubblici e privati di grande prestigio e di impegno nel sociale avessero la stessa sensibilità e che mettessero alla prova i nostri giovani, che aspettano solo di essere valorizzati. Non vogliamo certo l’elemosina, ma esprimerci nell’ambito professionale così come ci garantisce la legge”.

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