Omicidio di Ashley Olsen, confermata la condanna a 30 anni per Diaw / FOTO

Il padre della ragazza americana: "Ashley non se l'era cercata, come è stato detto, sono orgoglioso di lei"

Ashley Olsen

Ashley Olsen

Firenze, 10 gennaio 2018 - Omicidio di Hashley Olsen: la Corte di assise d'appello di Firenze riunita in Camera di consiglio oggi pomeriggio per decidere sulla responsabilità del senegalese Cheik Diaw, già condannato in primo grado (il 21 dicembre 2016) a 30 anni per l'omicidio di Hashley,  ha confermato la condanna a 30 anni per l'uomo. ll presidente Maria Cannizzaro ha letto il dispositivo nel pomeriggio. Motivazioni fra 90 giorni.

La ragazza americana venne trovata strangolata il 9 gennaio 2016 nella sua casa di Firenze in via Santa Monaca, nel quartiere di Santo Spirito. ll presidente Maria Cannizzaro ha letto il dispositivo nel pomeriggio. Le motivazioni fra 90 giorni.

Il sostituto procuratore generale Nicola Miraglia ha chiesto la condanna all'ergastolo col riconoscimento dell'aggravante della crudeltà, confermando nella ricostruzione della vicenda tutte le accuse della procura di Firenze, che aveva fatto appello alla sentenza di primo grado. La difesa aveva chiesto l'assoluzione. 

LE PAROLE DEL PADRE DI HASHLEY - "Sono contento. Sono felice di questa seconda sentenza che conferma la condanna del responsabile dell'omicidio di mia figlia. Su Ashley sono state dette bruttissime cose, era una ragazza bellissima e buona che l'assassino ha tolto alla famiglia e al suo ambiente. Ashley non se l'era cercata, come è stato detto, sono orgoglioso di lei". Lo ha detto il professor Walter Olsen, padre di Ashley, dopo aver ascoltato in aula la sentenza della Corte di assise di appello. Alla domanda se la famiglia ritiene di aver avuto giustizia, il professor Olsen ha risposto "penso di sì".

I LEGALI DI ASHLEY -  "E' stata fatta giustizia, questo e' il secondo passo". Cosi' l'avvocato Giacomo Vinattieri, legale di parte civile, assieme al collega Michele Capecchi, dei familiari di Ashley Olsen. Il padre, Walter, docente di arte, era presente in aula durante il processo e alla lettura del dispositivo. "Aspettiamo di leggere le motivazioni per capire perché è  stato rigettato l'appello della procura, con cui veniva chiesto l'ergastolo", ha aggiunto l'avvocato. 

 

 

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