"Ha un flirt col pm che mi indaga": il medico fa pedinare la moglie

Vicenda boccaccesca quella in corso al palazzo di giustizia di Firenze

Firenze, Palazzo di giustizia (New Press Photo)

Firenze, Palazzo di giustizia (New Press Photo)

Firenze, 19 gennaio 2017 - Il pubblico ministero avvia una relazione con la bella dottoressa, persona offesa nel procedimento a lui assegnato ai danni del marito, denunciato per maltrattamenti durante una burrascosa separazione. E anziché astenersi, come sarebbe stato conveniente anche secondo le norme di legge, indaga fino a chiedere la misura degli arresti domiciliari per quello che nel frattempo sarebbe diventato il suo «rivale».

È un’inchiesta boccaccesca quella in corso al palazzo di giustizia di Firenze e, da poco, anche a Genova, procura competente per territorio quando c’è di mezzo un magistrato che lavora nel capoluogo toscano. Il secondo fascicolo, in cui si ipotizza il reato di corruzione, è stato infatti aperto in seguito a un esposto del marito, medico pure lui, che ha scoperto il feeling facendo pedinare l’affascinante moglie, quasi ex ma non ancora definitivamente, da un investigatore privato.

Tutto comincia nel luglio del 2015, quando la donna, madre di due figli minori, sporge denuncia ai carabinieri dopo una violenta discussione in cui il marito l’avrebbe minacciata anche di morte. Il loro rapporto è al capolinea: incomprensioni, tradimenti (anche rocamboleschi) da parte di lui, discussioni che sfociano anche in un referto all’ospedale per lei.

Però il magistrato a cui è stato assegnato il fascicolo ritiene che non vi siano elementi per sostenere l’accusa. Tant’è che nel frattempo anche il marito ha risposto alle accuse della moglie con una propria querela. A giudizio del pm, insomma, sta accadendo ciò che purtroppo succede in tante coppie alla fine di un legame, ma senza elementi che giustifichino l’azione penale.

Chiede una prima archiviazione, poi addirittura una seconda. Ma il giudice per le indagini preliminari, considerata anche la presenza dei figli, impone ulteriori accertamenti. Allora il pm sente i protagonisti del procedimento. Tra questi, ovviamente, la dottoressa. A questo punto i due si conoscono di persona, per gli accertamenti di rito.

Alla fine di giugno, il magistrato chiede per il marito accusato di maltrattamenti gli arresti domiciliari. Il giudice concede soltanto un divieto di avvicinamento alla persona offesa, misura che lo stesso gip revocherà una settimana più tardi, nonostante il parere negativo del pm. Ma nel frattempo il marito, in vista di una ormai inevitabile separazione, stupito anche per l’inaspettato inasprimento del procedimento a suo carico, decide di cercare elementi che possano mettere in dubbio la fedeltà della moglie. Ed è così che il detective, pedinandola, scopre che, almeno per quattro notti del luglio 2016, la dottoressa ha dormito a casa del magistrato titolare del loro fascicolo.

A settembre il medico, assistito dagli avvocati Massimiliano Manzo e Francesco Ceccherini, presenta foto e filmati in procura. L’esposto finisce dunque a Genova. Nel contempo, va avanti il procedimento che vede il dottore indagato per maltrattamenti: ieri, all’udienza preliminare, il gip Moneti ha disposto il suo rinvio a giudizio. A chiederlo, però, c’era un altro magistrato.

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