Pedopornografia, cinque persone arrestate in flagranza e trenta denunciate / VIDEO

Scoperta una rete internazionale. L'inchiesta, coordinata dalla procura fiorentina, è partita dalla denuncia di un cittadino livornese. Arrestato un aretino. In Toscana ci sono anche tre indagati: a Massa, Arezzo e Certaldo

La rete trasforma spesso persone tranquille in leoni da tastiera

La rete trasforma spesso persone tranquille in leoni da tastiera

Firenze, 14 novembre 2016 - Cinque persone sono state arrestate dalla polizia postale di Firenze per detenzione di immagini e video pedopornografici. Altre 30 sono indagate.

L'inchiesta è stata avviata circa sei mesi fa. Altre 120 persone sono state individuate tra Europa, Stati Uniti ed America Latina. Tutti sono responsabili di aver condiviso in rete video ed immagini dai contenuti pedopornografici ritraenti soggetti minori ben al di sotto dei 10 anni. L'inchiesta è stata condotta dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni ed è  iniziata alla fine del 2015, partendo da una segnalazione pervenuta nell'ambito del contrasto alla pedopornografia online.

Da li' gli investigatori del Compartimento Polposta di Firenze, coordinati dal C.N.C.P.O. del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, hanno avviato una capillare attività investigativa condotta sotto copertura che ha consentito di acquisire evidenze a carico di un numero elevatissimo di utenti della rete che condivideva il turpe materiale attraverso programmi di file sharing. Su delega della Procura fiorentina, gli investigatori hanno alla fine ristretto il cerchio su un numero piu' limitato di cittadini italiani, nei confronti dei quali sono state effettuate perquisizioni domiciliari e personali a conferma di quanto acquisito nel lungo periodo di investigazione coperta. 

Soltre 10mila i video pedopornografici scaricati dai 44 soggetti italiani, e altri 120 europei, statunitensi e dell'America Latina, ritraenti soggetti minori anche sotto i 10 anni. L'inchiesta, coordinata dalla procura fiorentina, ha portato all'arresto di 5 persone in flagranza in varie città italiane (Arezzo, Roma, Ferrara, Brescia e Venezia). Trenta le persone denunciate, 44 le perquisizioni effettuate dalla polposta, che, come ha spiegato il questore di Firenze Alberto Intini "grazie alla legislazione vigente ha potuto, utilizzando falsi profili, portare avanti l'inchiesta anche sotto copertura".

Le persone coinvolte sono di tutti i ceti sociali, tra i 30 e 50 anni in maggioranza, anche se ci sono quattro pensionati. Le perquisizioni sono state effettuate in Toscana, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Puglia e Sicilia. L'inchiesta è partita dalla denuncia, nel 2015, di un cittadino livornese che, scaricando musica tramite un programma di file sharing si era ritrovato sul computer un video pedopornografico. 

Nei video sequestrati nell'operazione denominata 'Sweep web', ci sono pure scene di sesso di adulti con bambini anche di cinque anni, sembra quasi tutti girati all'estero. Le sequenze contenute nei file saranno caricate sul database dell'Interpol denominato International Child Sexual Exploitation, nel tentativo di arrivare all'identificazione dei minori abusati e di acquisire elementi su possibili 120 soggetti stranieri individuati e sui responsabili degli abusi.

Le cinque persone arrestate in flagranza, in altrettante città italiane, sono ora ai domiciliari. Tutte erano già conosciute alle forze dell'ordine per gli stessi reati. Il disoccupato di Arezzo, 41 anni, è stato sorpreso nella sua abitazione dove aveva adibito una stanza all'attività criminale. I video venivano scaricati principalmente di notte. «È un crimine odioso e obbrobrioso», ha detto il procuratore della Repubblica Giuseppe Creazzo per il quale la polizia delle comunicazioni «dovrebbe essere potenziata: ormai gran parte dei reati avviene sul web».

li agenti, coordinati dal pm Andrea Cusani e dalla dirigente della polposta della Toscana Elena Pompò, per entrare nel giro hanno finto di essere interessati a immagini e video, e per sei mesi hanno tracciato e indagato tutti coloro che scaricavano materiale pedopornografico con normali programmi di file sharing, anche se per accedere alla sezione più nascosta del web occorrevano particolari password. In Toscana, oltre al 41enne arrestato ad Arezzo, gli indagati sono 3: un bagnino di Massa Carrara, un libero professionista sempre di Arezzo e un operaio di Certaldo (Firenze). Tutte le perquisizioni effettuate hanno avuto esito positivo: in pochi casi le persone erano frequentatori del web nascosto erano 'occasionali'. 

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