Bastonata e strangolata in camera. "Anche mia moglie voleva lasciarmi..." / VIDEO / FOTO

La figlia ha chiamato il 112: «Papà è pieno di sangue»

Omicidio a Scandicci (fotocronache Germogli)

Omicidio a Scandicci (fotocronache Germogli)

Firenze, 30 dicembre 2017 - E’ somma che fa il totale, dicono. Un totale tragico. Dal 15 dicembre la famiglia Giangrasso era sotto sfratto. Ma l’ultimo episodio, la goccia che ha fatto davvero traboccare il vaso, è stata la presa di distanza della moglie dalla vita disperata e spericolata del marito Rosario, costellata di lavori saltuari, minacce, risse e violenze. Mai però in ambito familiare, fino ad ora. Da qualche tempo i due dormivano separati. Il rapporto sentimentale, di coppia, si era sfilacciato e a fare tragicamente le spese di una vita di affanni e di tormenti interiori è stata lei: Dao, 43 anni, picchiata, soffocata a morte. Chiamati dalla figlia 16enne della coppia, i carabinieri si sono imbattuti in una scena straziante: Dao in camera matrimoniale, distesa sul letto, coperta da un piumone, o da una coperta, dicono sia un gesto di pietà che fanno gli assassini, come automi; Rosario imbrattato di sangue, trasportato con urgenza al S. Giovanni di Dio.

I DUE FIGLI di 16 e 14 anni impietriti, anche se non hanno visto la scena raccapricciante. Giangrasso ha lasciato un lungo biglietto di addio con una richiesta agghiacciante: «Vi chiedo una bara grande. Metteteci dentro insieme, abbracciati», un segno evidente di premeditazione. Ci finirà solo Dao, che contribuiva al magro bilancio familiare facendo un po’ di pulizie. Nel biglietto Rosario – già protagonista di proteste eclatanti – ha rinnovato le accuse alle istituzioni che secondo lui non lo hanno mai aiutato. Ha ringraziato gli assistenti sociali e il sacerdote di Giogoli che una sistemazione gliel’aveva trovata: quella del delitto. Un’abitazione decorosa, concessa dal proprietario a 300 euro al mese, pagati sembra grazie ad alcuni aiuti. Ma solo fino a gennaio-febbraio. Ieri a ‘sigillare’ l’appartamento ci ha dovuto pensare il padre di Rosario, Giuseppe. Con il figlio i rapporti non erano granché buoni. Ha preso effetti personali ai nipoti, ora dai nonni paterni.

IL PM Christine Von Borries, il tenente colonnello Carmine Rosciano, comandante del reparto operativo dell’Arma, il capitano Stefano Caneschi, comandante a Scandicci, i militari del Ris, reparti investigazioni scientifiche, hanno così ricostruito, per ora, l’omicidio-tentato suicidio. Rosario ha sorpreso la moglie nella stanza, dove lei aveva sistemato un letto improvvisato dopo aver lasciato quello coniugale. Non è chiaro se ha cercato un approccio, o di parlarle. L’ha aggredita con furia determinata. Poi se la è caricata sulle spalle. L’ha portata in camera da letto. L’ha adagiata e coperta: per questo la figlia ha detto ai carabinieri ‘non vedo la mamma’. Gettato il bastone, si è disteso accanto a lei e si è ferito. Ora occorrono il referto del medico legale e le risposte di Giangrasso al gip nell’interrogatorio di garanzia. Dimesso in serata, è rinchiuso a Sollicciano.

 

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