Omicidio di Ravenna, il dermatologo sotto esame. Si cercano ferite da lotta

Visitato in carcere dal medico legale dell’accusa

Matteo Cagnoni con la moglie uccisa Giulia Ballestri (Zani)

Matteo Cagnoni con la moglie uccisa Giulia Ballestri (Zani)

Firenze, 24 settembre 2016 - IERI mattina nell’infermeria della casa circondariale di Sollicciano, Matteo Cagnoniil dermatologo presunto killer della moglie, Giulia Ballestri, è stato visitato in carcere da un medico legale inviato dalla procura della Repubblica di Ravenna.

La visita medica deve accertare la presenza o meno di lesioni sul corpo del professionista. Deve valutare se si tratta di ferite recenti e se possono essere descritte come lesioni da difesa. In questo caso, in astratto, la posizione giuridica dell’indagato per omicidio e occultamento di cadavere potrebbe farsi più difficile. Questo nonostante il fatto che lui si protesti innocente con grande forza e determinazione. Assistito in questo dall’avvocato Giovanni Trombini, noto professionista del foro di Bologna. ‘L’ispezione’ sul corpo del sospettato è avvenuta nell’ambito di un accertamento tecnico irripetibile disposto dalla pm Cristina D’Aniello di Ravenna.

Tra qualche giorno, infatti, le eventuali lesioni non sarebbero più visibili e il controllo risulterebbe assolutamente inutile. Ecco la necessità di eseguire subito l’esame.

Ieri mattina a Sollicciano il suo legale non era presente per un precedente impegno giudiziario non procrastinabile.

Ancora non si conosce con certezza l’esito dell’accertamento peritale.

Intanto il medico fiorentino, che si fregiava del titolo di ‘dermatologo delle dive’, continua a ribadire la sua innocenza e a dire che con la morte della moglie Giulia Ballestri, non ha nulla a che vedere. Continua a ripeterlo anche in carcere.

Dice di essere stato assieme alla moglie la mattina prima della sua sparizione. Era tutto tranquillo. Poi è andato a prendere i figli all’uscita da scuola ed è partito con loro diretto a Firenze, alla dimora di famiglia.

Lei gli aveva già detto che non aveva voglia di venire, ha spiegato il medico al giudice fiorentino Erminia Bagnoli, ed è rimasta a Ravenna.

SEMPRE allo stesso giudice Cagnoni ha ribadito di aver saputo della morte della moglie solo nella notte tra domenica e lunedì quando il personale della Mobile di Ravenna ha perquisito la villa in disuso in via Genocchi 7/9.

Qui, seminascosto e martoriato, è stato trovato il cadavere della giovane moglie.

Perché è fuggito quando ha visto la polizia? Gli è stato chiesto. «Io, ha spiegato Cagnoni, non mi sono più ripreso dallo choc di quando mi hanno prelevato all’alba i carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sul professor Torello Lotti e sulla dermatologia». Sarebbe stato dunque un riflesso quasi istintivo quello di lanciarsi dalla finestra alla vista degli agenti delle volanti che si aggiravano intorno alla sua abitazione fiorentina.

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