'Giustizia per Niccolò Ciatti', lo striscione sulla facciata del Consiglio regionale /FOTO

Il presidente dell'Assemblea toscana Eugenio Giani ha ricevuto Luigi Ciatti, padre del 22enne ucciso in Spagna. Ciatti ha ribadito che vorrebbe "l'estradizione degli aggressori"

Striscione per Niccolò Ciatti sulla facciata del Consiglio regionale (New Press Photo)

Striscione per Niccolò Ciatti sulla facciata del Consiglio regionale (New Press Photo)

Firenze, 13 settembre 2017 - Uno striscione con scritto 'Giustizia per Niccolò Ciatti', è stato affisso sulla facciata del Consiglio regionale della Toscana a Firenze. Poco prima il presidente dell'Assemblea toscana Eugenio Giani ha ricevuto Luigi Ciatti, il padre del 22enne di Scandicci pestato a morte all'interno di una discoteca in Spagna. Presenti all'incontro anche rappresentanti dei gruppi politici regionali.

«Lo striscione rappresenta la volontà di tutti i toscani - ha osservato Giani - e lo terremo affisso finché riterremo opportuno come testimonianza e presidio per far vedere come la pensano tutti gli abitanti della Toscana. Chiediamo giustizia perché crediamo che la vicenda che ha colpito la famiglia Ciatti può coinvolgere ciascuno dei nostri ragazzi».

Secondo Giani, «queste sono cose gravissime. Nel prossimo Consiglio regionale presenteremo una risoluzione perché le autorità e i giudici spagnoli sappiano che tutta la Toscana, direi tutta Italia, in questi momenti sono vigili e attenti verso di loro. Che non ci sia giustizia per una cosa così palese, evidente, drammatica è una cosa che nel mondo civile non ci possiamo permettere». 

Il padre di Niccolò ha ribadito che vorrebbe il caso di suo figlio " fosse giudicato da un tribunale italiano". "Non perché - ha aggiunto Luigi Ciatti - abbia sfiducia nelle autorità spagnole, però è una sensazione che provo, nel senso che qui siamo a casa. Solo per questo». «Mi auguro che anche le autorità spagnole sicuramente faranno il loro dovere, non credo di avere dubbi» ma «se ci fosse una possibilità di estradizione certo che la vorrei». Ciatti ha spiegato che «adesso le indagini sono nella fase che loro chiamano investigativa, hanno gli atti depositati dalla polizia, li stanno esaminando tutte e due le parti, ognuna cercherà di chiarire e approfondire i vari aspetti. Mi hanno detto che è una fase abbastanza lunga». Il padre si è poi detto «preoccupato» per la possibile scarcerazione dell'ultimo dei tre ceceni fermati poche ore dopo la morte del figlio, due dei quali poi rilasciati.

IL MINISTRO ORLANDO - "Le indagini sull'omicidio di Niccolò Ciatti sono in una fase istruttoria, la Spagna ha assicurato all'Italia il massimo impegno per l'accertamento tempestivo delle responsabilità, la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un procedimento per il reato di omicidio, precisando tuttavia che «al momento non esistono i presupposti per formulare la richiesta di estradizione tenuto che allo stato si procede a carico di ignoti". Questo il passaggio centrale della risposta del ministro della Giustizia Andrea Orlando all'interrogazione del vicecapogruppo di Ala-Scelta Civica Massimo Parisi in merito all'eventuale richiesta di estradizione a carico dei tre ceceni responsabili dell'omicidio di Niccolò Ciatti. «Una risposta insoddisfacente, ma che non mi sorprende», commenta Parisi a margine del question time. «Non dubitavo della vicinanza e del sostegno alla famiglia da parte delle autorità italiane, ma questo è il minimo sindacale, e non basta. Capisco le ragioni giuridiche, ma mi permetto di dire che non ci sono fatti particolarmente complicati da accertare, e che i tre responsabili, che hanno agito con bestiale violenza, sono già stati individuati. Ma solo uno di questi - ricorda il deputato di Ala-Scelta civica - è in carcere, e, se la sua domanda di scarcerazione dovesse essere accolta dalle autorità giudiziarie spagnole, potrebbe tornare in libertà. E questa rappresenterebbe una nuova dolorosa ferita. È necessario rispondere con forza a una richiesta di giustizia che viene dal Paese, e non solo dalla famiglia e dagli amici di Niccolò, perché quello che è accaduto un mese fa in quella discoteca riguarda anche la dignità dell'Italia. Auspico che anche per quanto riguarda l'ipotesi di estradizione sia salda l'attenzione del governo e della Procura, perché non possiamo permetterci che si spengano le luci su questa drammatica vicenda. Per parte nostra continueremo a fare quanto è nelle nostre possibilità perché ciò non avvenga», ha concluso Parisi.

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