Muratore, 66 anni, 800 euro al mese: "Per me la pensione è un miraggio"

Storia di nonno Vittorio, costretto a salire ancora sui ponteggi

Vittorio Cesarano

Vittorio Cesarano

Firenze, 25 maggio 2017 - «A QUESTA età lavorare in cantiere è dura, gli acciacchi si fanno sentire. Si cammina molto, si sale sulle scale, ci si arrampica sui ponteggi. Nonostante ciò, in tutti questi anni ho sempre cercato di fare il mio dovere con dedizione e professionalità ma purtroppo vedo che non è servito a niente». Vittorio Cesarano, 66 anni, origini napoletane, vive a San Giovanni Valdarno e da 10 anni lavora nel cantiere dei Grandi Uffizi a Firenze. Ha appena scoperto che non rientra nei parametri per avere l’Ape agevolata, l’anticipo pensionistico disposto dal Governo per i lavori usuranti: servono 36 anni di contributi, troppi anche per chi come fa lui l’operaio edile da una vita, tra lavoro saltuario, pause tra un cantiere e un altro o anche aziende che segnano in busta paga meno ore lavorate rispetto a quelle effettive. Una pratica purtroppo ancora diffusa.

A 66 ANNI per lui non è ancora tempo di dire addio alla spatola e al badile e per fare il nonno come vorrebbe. E come fanno molti suoi coetanei.

Da febbraio Vittorio è fermo – ai Grandi Uffizi è tra gli operai non impiegati in questa fase del cantiere – e prende 800 euro di Naspi al mese con un affitto della casa a 500 euro mensili. «Chi mi prenderà a lavorare a questa età?», si chiede. «Io – prosegue – ho una storia contributiva frastagliata, ho dato molto e raccolto nulla. Lavoro da quando ero molto giovane, prima dell’edile ho fatto anche l’operaio in fonderia, altro lavoro faticoso. Mi dispiace che l’Ape abbia paletti stringenti, temo che a questo punto avrò – e chissà quando – solo la pensione sociale e pensare che ho lavorato così tanto». Nonostante tutto questo, Vittorio mantiene l’orgoglio per quello che ha fatto e che fa: «Sono un operaio qualificato, con quattro attestati di competenza diversi. Fin dal primo giorno ho sempre tenuto a fare le cose perbene, a regola d’arte. Se ho questa anzianità di servizio qualcosa saprò fare: senza contare che il cantiere dei Grandi Uffizi è delicato, tutto il mondo ti guarda, non si può e non si deve sbagliare nulla». Bravura e longevità (di cui avrebbe fatto volentieri a meno, peraltro): ma non chiamatelo il “Totti dei ponteggi”… «Sono tifoso del Napoli e ne sono orgoglioso», sorride Vittorio.

Troppo stretta dunque la platea degli operai edili che potranno accedere all’Ape agevolata: è una delle rivendicazioni della piattaforma unitaria della mobilitazione di Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil che si terrà oggi con manifestazioni a Bologna, Roma, Bari, Palermo, Cagliari. All’appuntamento nella Capitale parteciperanno tantissimi sindacalisti e operai edili toscani. «L’Ape agevolata per gli edili prevede dei paletti troppo rigidi che consentono l’accesso a meno di 2mila lavoratori sui 23mila edili anziani. Così come è pensata è solo una presa in giro. I lavori non sono tutti uguali, basta coi nonni sui ponteggi», attacca Giulia Bartoli, segretaria generale di Fillea Cgil Toscana. E dalla Toscana, per la precisione tra San Giovanni Valdarno e Firenze, arriva una storia di un “nonno”, Vittorio, che a 65 anni dovrà ancora stare sulle impalcature. «DI

STORIE come quella di Vittorio ce ne sono tante nel fiorentino: solo per fare un esempio, due lavoratori ultra 60enni sono passati, per via dei rallentamenti, dal cantiere fiorentino della Foster a uno in Serbia: non solo niente pensione, pure l’estero hanno dovuto accettare. Per questo oggi a Roma saremo in tanti a manifestare. Prosegue anche la nostra campagna ‘Noi ci prendiamo cura di Firenze’ con l’obiettivo di valorizzare il lavoro edile», aggiunge Marco Benati, segretario generale Fillea Cgil Firenze. 

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