Tavarnelle Val di Pesa (Firenze), 20 luglio 2017 - Se ne è andata in silenzio nella sua casa di Auckland nella notte del 3 luglio, all’età di 95 anni, una delle figure centrali del legame umano e storico che dagli anni del secondo conflitto mondiale tiene profondamente unite due terre vicine e lontane: il Chianti e la Nuova Zelanda, la comunità di Tavarnelle e i soldati neozelandesi, “bianchi” e maori. Quegli uomini valorosi che, giunti con coraggio e determinazione, dall’altro capo del mondo, non si risparmiarono, sacrificarono se stessi in nome dei propri valori e ideali, in favore della vita di migliaia di civili, giovani, bambini, adulti stretti nella morsa dell’oppressione nazifascista. E Jack Cummins è stato uno di quei soldati e testimoni di guerra che ha combattuto per la libertà e la democrazia delle famiglie chiantigiane, ha aiutato l’Italia a ricomporre la propria storia, a riscrivere un capitolo che in molti ignoravano. Le terre del Chianti non sono state infatti liberate dagli americani, convinzione diffusa tra le persone fino a circa un decennio fa, ma dalle truppe neozelandesi. Cummins ha partecipato alla Liberazione del territorio, avvenuta nel luglio del ’44, ed è stato uno dei testimoni diretti della battaglia della Romola e dell’esplosione della casa nel centro del paese, minata dai tedeschi a causa della quale quale morirono dieci soldati neozelandesi. E’ quanto lui stesso racconta nella testimonianza riportata nel volume “21 luglio – 4 agosto 1944, I Giorni della Liberazione – le truppe neozelandesi da San Donato alle porte di Firenze”. Cummins ha ricoperto anche l’incarico di Presidente della sezione di Chistchurch dell'Associazione Italy Star. “Grazie a Jack - dichiara Stefano Fusi, ex sindaco e curatore del libro sulla Liberazione del Chianti - abbiamo fatto un notevole salto di qualità nella ricerca storica e nelle relazioni con la Nuova Zelanda. Ricordo con molto piacere il nostro primo incontro e la calorosa accoglienza nel 2008 a Chistchurch, il meeting con l'Associazione Italy Star, con tutti i veterani, i familiari, fu bellissimo. La sua straordinaria partecipazione alle cerimonie della Liberazione qui nel Chianti nel 2009 ed infine la presentazione del libro in lingua inglese in Nuova Zelanda nel 2011. Se ne è andato un amico, un compagno di viaggio, una bella persona”.
“Vogliamo ricordare il valore e l’impegno civile e militare di un uomo che ci ha insegnato a leggere e a cercare nella storia le radici del nostro legame – dichiara il sindaco David Baroncelli – l’identità di due popoli che hanno continuato a costruire ponti di amicizia, di conoscenza, di rispetto reciproco anche dopo la morte, dopo la tragedia della guerra, quasi a dimostrare che, oltre i confini geografici e temporali ci rendono affini due qualità: il desiderio di conoscenza e il senso di responsabilità verso la vita e le nuove generazioni, un uomo profondamente legato al nostro territorio grazie al quale ci siamo messi in cammino insieme, uniti dal destino del conflitto, abbiamo sviluppato una fitta rete di relazioni e contatti con i veterani ed i loro familiari, contribuendo alla ricerca di materiale documentale e fotografico”. Tanti gli incontri istituzionali e pubblici, legati anche alle scuole e alla presentazione del volume storico, cui Cummins nel corso degli anni, dal 2008, ha partecipato insieme alla moglie, alla delegazione di veterani e storici venuti nel Chianti. “Con Jack Cummins è nato un rapporto speciale – aggiunge l’ex sindaco Sestilio Dirindelli – attraverso la collaborazione preziosa del veterano neozelandese abbiamo compiuto importanti passi nella ricostruzione della storia del nostro paese, i suoi ricordi e le sue testimonianze ci hanno permesso di conoscere i passaggi centrali nel percorso di conquista della libertà del nostro territorio”.
“I soldati Maori - Simone Neri Serneri, presidente dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana - scelsero volontariamente di andare a combattere per la propria patria, di percorrere distanze lunghissime e condividere la nostra stessa causa lontani dalle terre di origine. Con loro abbiamo vinto la guerra due volte, per la conquista del diritto alla vita e alla cittadinanza. Da un lato c’erano i Maori che volevano affermare la loro identità e l’appartenenza alla Nuova Zelanda, dall’altro gli italiani, oppressi, terrorizzati, che volevano uscire dal tunnel della ferocia nazifascista. I Maori ci hanno insegnato ad essere cittadini nell’accezione più ampia del termine e a dare valore al tema della memoria attraverso la riscoperta di alcune delle pagine più significative della nostra storia”. Settantatrè anni fa proprio il 21 luglio i soldati neozelandesi arrivarono in Chianti, combatterono durissime battaglie per ben due settimane per liberare questo territorio, 250 morirono e circa 1000 rimasero feriti. Jack Cummins era uno di questi "ed a tutti loro - concludono il sindaco Baroncelli, gli ex sindaci Fusi e Dirindelli e Simone Neri Serneri - va ancora il nostro pensiero, il nostro rispetto la nostra sincera e profonda riconoscenza". Ilaria Biancalani
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