"No alla vendita dei gadget fascisti", mozione in consiglio regionale

Il documento per contrastare la diffusione degli articoli che spesso compaiono sui banconi delle aree di servizio e dei negozi per turisti

Il consiglio regionale

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Firenze, 14 dicembre 2016 - Li troviamo spesso nelle stazioni di servizio, in bella mostra sul bancone, e in alcuni negozi in zone turistiche. Gadget come accendini e tazze con simboli o slogan che rievocano l'era fascista. In Regione è passata una mozione per contrastare la vendita e la diffusione di tali articoli. La mozione, presentata dai consiglieri del gruppo Pd, invita la Giunta toscana ad attivarsi per fare in modo che "il reato di apologia del fascismo venga prontamente inserito all'interno del codice penale, consentendo l'effettiva repressione di reati legati alla riproduzione e alla diffusione di gesti, linguaggi e simboli del fascismo e del nazifascismo".

Il documento chiede alla Giunta anche un impegno affinché «il reato di apologia del fascismo venga integrato con la fattispecie relativa alla vendita di oggetti riproducenti immagini e slogan riconducibili a tali regimi»; e di adoperarsi per far sì che in Parlamento si arrivi con celerità all'approvazione della proposta di legge per l'introduzione nel codice penale del reato di propaganda del regime fascista e nazifascista. "La mozione - ha spiegato Alessandra Nardini (Pd) - nasce da una mozione dell'Anpi di Pisa e di Livorno e segue una recente risoluzione dell'Emilia Romagna", per introdurre »una nuova fattispecie di reato e perseguire alcune condotte non previste dalla normativa vigente«. Hanno votato a favore i gruppi Pd e Sì-Toscana a sinistra, contraria la Lega nord (con l'eccezione di Elisa Montemagni, che si è astenuta) e Fratelli d'Italia. Il gruppo del Movimento 5 Stelle non ha partecipato al voto.

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