Mostro di Firenze, affidamenti al Forteto nonostante i sospetti

Nuovi dubbi dei commissari: «Ennesimo corto circuito dello Stato»

Rodolfo Fiesoli

Rodolfo Fiesoli

Firenze, 7 gennaio 2018 - UN CONTO il dire, un conto il vederlo nella prima pagina dell’informativa della Sam, la squadra antimostro, nella posizione numero tre. Sospetti che non ebbero ulteriori sviluppi investigativi allora (se ce ne siano stati altri, più recenti, non è noto), ma la «semplice» notizia delle indagini su Rodolfo Fiesoli ai tempi dei delitti del Mostro ed i contemporanei affidamenti del tribunale dei minori, sommati alla condanna per violenza sessuale (definitiva nel 1985), rendono ancora più assurda, buia e grottesca, l’intera storia del Forteto e del corto circuito istituzionale che ha permesso tutto ciò.

Pensiero condiviso dal consigliere regionale di Forza Italia, Stefano Mugnai, anima delle commissioni regionale che hanno provato a far luce sugli orrori della comunità di Vicchio, recentemente giunti al suo epilogo giudiziario con la carcerazione di Fiesoli per i suoi 14 anni e passa da scontare. «Pazzesco – esordisce Mugnai –. Pazzesco che mentre un apparato dello Stato metteva Fiesoli al terzo posto nella lista dei sospettati di essere il Mostro, altri apparati delle istituzioni, dello stesso territorio, continuavano a mandargli bambini. Neanche in un horror di serie C. Un abominio!».

Anche Jacopo Alberti, Lega Nord, membro della seconda commissione regionale d’inchiesta, trasecola. «Quanto riferito dalla Nazione - afferma - in merito a possibili intrecci fra la tragica vicenda legata ai delitti del “mostro di Firenze” e quella altrettanto disdicevole relativa ai fatti accaduti al Forteto, conferma pienamente quanto riferitoci da Michele Giuttari, noto investigatore ai tempi dei delitti seriali, nell’ambito della sua audizione da noi fortemente caldeggiata a fine 2015; un’intuizione del sottoscritto, risultata poi assolutamente fondata, anche a fronte di un’ampia documentazione».

«In separata sede, poi - rivela il consigliere leghista - lo stesso esponente delle Forze dell’Ordine ci aveva ribadito i suoi sospetti in relazione ad ipotetici legami fra i due predetti drammi successi in Toscana, dato che lo stesso Fiesoli era stato attenzionato dalla Sam».

«SIAMO ovviamente fiduciosi e sicuri - sottolinea il rappresentante del Carroccio - che, anche alla luce di quanto riportato dal quotidiano fiorentino, si possa aprire o riaprire un filone d’indagini, teso a verificare o sgombrare definitivamente ogni dubbio riguardo ad eventuali connessioni fra fatti efferati che hanno sconvolto, negli anni, la vita di molte persone di ogni età. Non spetta certamente a noi emettere sentenze o dare giudizi censori nei confronti di nessuno ma è doveroso che queste due tristi e nebulose vicende, vengano, finalmente, scandagliate nei minimi dettagli».

Le indagini sui delitti del Mostro di Firenze sono ancora aperte e le posizioni dei due ‘nuovi’ indagati, l’ex legionario Giampiero Vigilanti e il medico Francesco Caccamo, entrambi originari del Mugello, potrebbero essere presto valutate alla luce degli accertamenti compiuti in questi mesi.

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