E' morto Carlo Caldini, padre dello Space Electronic: con lui anni di musica

L'architetto scomparso aveva creato un polo di attrazione con i migliori gruppi rock dell'epoca

Carlo Caldini

Carlo Caldini

Firenze, 23 febbraio 2017 - Un'intera generazione fiorentina appassionata di musica gli deve molto. Carlo Caldini, l'architetto scomparso a 76 anni, con lo Space Electronic aveva permesso di trovare a Firenze un locale dove arrivavano i migliori gruppi rock. Formazioni che venivano ascoltate sul vinile e che miracolosamete comparivano sul palco del locale di Via Palazzuolo. Nei primi anni '70 tanti giovanissimi trovavano sotto casa, piuttosto che a Londra o Amsterdam, figure come Audience, Van der Graaf Generator, Rory Gallagher. Peter Hammill dei VDGG racconta che il suo rapporto stretto con quegli anni iniziò proprio in quei giorni a Firenze. La domenica ci potevano essere fino a tre spettacoli, quasi come nei cinema. 

Caldini negli anni zero aveva partecipato a due iniziative dedicate a quel periodo. Lo showcase all'Ibs (allora Melbook) di Audience, Barclay James Harvest e Caravan venuti apposta dall'Inghilterra su idea di Ernesto de Pascale e Bruno Casini nel 2002, e il concerto nell'anno successivo nel palco dello Space Electronic in occasione dell'uscita del volume Anni di Musica. La storia del locale è strettamente legata a quella del gruppo dei 9999, formato nel 1969 a Firenze da Giorgio Birelli, Fabrizio Fiumi, Paolo Galli e dallo stesso Caldini. Il gruppo sviluppò un linguaggio attento alla tecnologia, che si esprimeva tramite fotomontaggi, grafica, video, film ed happenings. 

La gestione dello Space Elettronic a Firenze fu l’occasione per ospitare manifestazioni sperimentali di vario genere (ad esempio la presenza del Living Theatre di New York) e creare uno spazio-evento espressione di un desiderio espressivo e culturale. Nel 1972 i protagonisti del 9999 partecipano alla storica mostra “Italy: the new domestic landscape” al MoMa di New York e nel 1973 partecipano con i gruppi fiorentini alla “Global Tools” dove proposero l’esperienza di vita e la sperimentazione diretta di tecniche costruttive come momento autodidattico collettivo. 

 

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