Il biologo-sub stroncato da malore, una laurea all’amico degli squali

A Bruxelles riconoscimento alla memoria di Lorenzo Borella: lo ritireranno i genitori

Lorenzo Borella

Lorenzo Borella

Firenze, 3 settembre 2016 - «Una bella idea. A lui – garantisce con asciutta emozione il professor Santini – sarebbe piaciuta». Lui, Lorenzo Borella, biologo marino tragicamente scomparso durante un’immersione nel mar di Malesia ("Aveva il sole dentro" - L'articolo), martedì riceverà la laurea del master «Tropimundo Erasmus Mundus in tropical biodiversity and ecosystems» all’Université Libre di Bruxelles.

Un commovente riconoscimento all’amico degli squali, omaggio ‘post mortem’ a un fiorentino di 27 anni, bello, generoso, sportivo, giramondo, di ottima famiglia, entusiasta della vita sopra e sotto le onde, che aveva fatto dello studio e della protezione dell’ambiente marino la sua ragione di vita. Alla cerimonia in Belgio, provenienti da Firenze, saranno presenti i genitori, i nonni, il fratello minore, altri parenti, la fidanzata Lorenza e un nutrito gruppo di fedeli amici del ‘Bore’.

L’idea del diploma alla memoria è stata elaborata di concerto dalla madre del giovane scomparso, Silvia Stacchini, imprenditrice nel settore del caffè, e dal professor Farid Dahdouh-Guebas, docente belga coordinatore del progetto europeo cui collaborava lo sfortunato ricercatore.

Lorenzo Borella fu ucciso da un malore il 17 aprile scorso mentre s’immergeva in apnea nel mare dell’isola di Redang, sulla costa est della penisola malesiana dove viveva e stava conducendo uno studio sugli squali pinna nera. «Voleva contribuire alla salvaguardia dell’ecosistema marino – spiega il professor Giacomo Santini dal Polo scientifico universitario di Sesto Fiorentino, coordinatore del master per l’ateneo del capoluogo toscano –. Per questo lavorava sugli squali, tra le specie a maggior rischio estinzione».

Doveva studiare una popolazione di 40 ‘pinna nera’, aveva concluso la scheda del 39esimo esemplare. Il docente belga, nelle scorse settimane, dopo i contatti con i familiari di Borella, ha sollecitato i docenti del progetto e alcuni studenti – i più intimi dell’amico fiorentino – a ordinare il materiale di ricerca raccolto da Lorenzo, comprese foto e video realizzati durante innumerevoli immersioni. Un sub esperto, da tutti definito prudente. E generoso: quella tragica domenica di primavera si tuffò per aiutare un collega a scovare e filmare una zona ricca di tartarughe marine.

Dopo la laurea triennale a Firenze con il professor Chelazzi (tesi sui varani dell’isola indonesiana di Komodo), da due anni girava il mondo dalla Cambogia alle Fiji inseguendo il suo sogno color blu profondo. Aveva scelto di perfezionare gli studi in due delle quattro sedi europee del master, Parigi e la Université Libre a Bruxelles. Le altre sono Firenze e l’istituto fiammingo Vrije Universiteit Brussel. Al progetto Tropimondo collaborano inoltre studiosi di Perù, Camerun, Australia e Malesia.

Lunedì 5 e martedì 6 diciannove studenti di tutta Europa discuteranno la tesi che conclude il master biennale. Ci saranno anche alcuni italiani. Uno studente discuterà la tesi di Borella in sua vece. I quattro atenei – due belgi, uno parigino (l’Université Pierre et Marie Curie) e quello fiorentino (dal Centro servizi informatici di via delle Gore) – saranno collegati in videoconferenza.

A Bruxelles mamma Silvia e babbo Gianluca riceveranno il diploma del figlio per conservarlo come una reliquia. Il loro applauso, amplificato da quello di amici e compagni di corso, raggiungerà il fondo di quel mare lontano caro a Salgari e ai pirati, dove il sogno di Lorenzo vive ancora.

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