Schianto contro la statua di Folon: «Sono di fuori come una campana» / Video

L’automobilista ripreso in un video dopo lo scontro: «Ho bevuto, può capitare»

L'automobilista dell'utilitaria

L'automobilista dell'utilitaria

Firenze, 4 febbraio 2017 - Forse l’avrà scambiato per il fidanzatino della figlia e avrà cercato di abbatterlo. Perché altrimenti proprio non si spiega l’euforia dell’uomo che, dopo aver travolto con la sua auto la statua di Folon, si abbandona a una contagiosa risata. Se non ci fosse il video a raccontare la scena grottesca, avvenuta la settimana scorsa, forse nessuno crederebbe ai racconti dei testimoni. Ma quel filmato c’è e fa male, come una spada dritta al cuore della Grande Bellezza. Proprio così: oltre al danno, anche la beffa.

Da una parte l’Uomo della pioggia, la statua in bronzo donata dall’artista francese alla città, è stata colpita da un’auto, dall’altra è stata umiliata e derisa. Quello che una settimana fa sembrava un normale incidente, dovuto all’alta velocità dell’automobilista che è piombato proprio nella vasca di fronte all’Obihall, si è trasformato in una specie di barzelletta dove di ironico c’è ben poco. Da un video girato quella notte, infatti, è emersa un’altra verità. L’Uomo con ombrello, ora ricoverato in un magazzino comunale in attesa del restauro, è l’ennesima vittima di una nottata ad alta gradazione.

Protagonista un cinquantenne, per nulla dispiaciuto di aver devastato l’opera d’arte, simbolo del Social Forum del 2002. Anzi. Subito dopo l’incidente, quasi divertito, ammette: «Ho bevuto.. ho fatto una cena, può capitare, sono un essere umano (risate a crepapelle, ndr). Chiedo scusa, sono di fuori come una campana. Non è possibile (ancora risate, ndr). Come c… ho fatto? Ho 50 anni non è possibile» farfuglia.

L’uomo non risparmia insulti e offese alla statua e «alla sua mamma». «Guarda, guarda è precisa – prosegue indicando il veicolo –, è un’opera d’arte». L’entusiasmo finisce col coinvolgere addirittura il grande pubblico della bravata. «Io la lascerei così com’è» si piega in due una delle interlocutrici sotto gli occhi divertiti di un gruppo di ragazzini che filmano la scena. Vale la pena riflettere: passi l’euforia di una serata ‘sopra le righe’ finita male ma è inaccettabile che l’uomo anziché pensare al valore dell’opera appena danneggiata si lasci andare a una risata quasi schizofrenica.

E che amici o semplici spettatori anziché preoccuparsi dell’accaduto si mettano a filmarlo. Chissà cosa avrebbe pensato Jean Michel Folon, l’artista così legato a Firenze. «Tutte le volte che qualcuno ci finisce sopra è un atto d’amore» ci scherzava spesso su. Infatti, non è la prima volta: è il quarto episodio nel giro di una quindicina di anni, il secondo in meno di due anni. Già nel marzo 2015 la statua fu falciata da una carambola di auto e spaccata in due parti con danni da 10 mila euro.

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