Incendio di Sesto, padre Brovedani denuncia l'occupazione del palazzo dei gesuiti

Il direttore della Fondazione Stensen, padre Ennio Brovedani, si è recato negli uffici della questura: "Atto dovuto"

Il gruppo dei somali occupa il palazzo (New Press Photo)

Il gruppo dei somali occupa il palazzo (New Press Photo)

Firenze, 18 gennaio 2017 - Il direttore della Fondazione Stensen, padre Ennio Brovedani, stamani si è recato negli uffici della questura di Firenze per sporgere formale denuncia dell'occupazione da parte di un gruppo di migranti del palazzo di proprietà dei padri gesuiti situato in via Spaventa. Si tratta, secondo quanto si è appreso, di un atto dovuto per evitare che la Fondazione diventi corresponsabile con gli occupanti.

Al momento, tuttavia, non è stato chiesto alcun provvedimento di sequestro preventivo e quindi di sgombero. Padre Brovedani ha parlato sia con i migranti sia con gli esponenti del Movimento di lotta per la casa che gli avrebbero assicurato di utilizzare la struttura senza provocare danni o problemi. I migranti che hanno occupato l'immobile sono quelli che avevano trovato precedentemente riparo nell'ex mobilificio Aiazzone di Sesto Fiorentino andato in fiamme l'11 gennaio scorso e in cui ha trovato la morte il somalo Ali Muse.

Intanto stamani a Lady Radio il sindaco Nardella è intervenuto sul caso delle proposte di accoglienza rifiutate dai somali: "Se i gesuiti ritengono di poter ospitare gli occupanti nelle condizioni adeguate e nel rispetto della legge, noi facciamo un passo indietro. Ma sia chiaro: dietro questi fenomeni, che sono delicati e preoccupanti, non ci può e non ci deve essere strumentalizzazione politica. Fare politica con i disgraziati è una cosa ignominiosa. E non c'è solidarietà e accoglienza senza legalità. Su questo punto non si media, non si negozia".

"Se ammettiamo che vi possano essere forme di solidarietà al di fuori delle regole, noi finiamo per penalizzare chi davvero ha bisogno di qualcosa. E la risposta di pretendere sistemazioni insieme tutti e 90 non è accettabile: non si può pretendere che un'intera comunità sia sistemata secondo le sue esigenze; questo non è sostenibile", ha detto il sindaco.

"Non resto indietro sui temi dell'accoglienza e dell'integrazione: qua a Firenze non si sono mai verificate scene tipo Gorino contro i migranti, non ci sono state barricate, nemmeno in questa vicenda. In due anni abbiamo dato, senza tensioni o confusione, asilo a 1.500 richiedenti; su tutta la provincia ne abbiamo 3.000 e 40 Comuni su 42 fanno il loro dovere sull'accoglienza. Il modello di Firenze è stato recuperato come modello di governo" ha concluso il sindaco.

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