Crea società per farle fallire, arrestato imprenditore fiorentino

Il 50enne fiorentino è nella cordata per il restauro del Sant'Orsola

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

San Casciano Val di Pesa, 7 settembre 2017 - Avrebbe creato una rete di società collegate tra loro con un sistema 'a scatole cinesi', che venivano puntualmente spogliate di ricchezze, utili, assets, e quindi portate al fallimento con gravi perdite per i creditori. Questa l'accusa per la quale un imprenditore fiorentino 50enne è stato arrestato dalla guardia di finanza, a seguito di una misura di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal gip di Firenze Anna Liguori.

Il nome dell'imprenditore arrestato è legato alla cordata di imprenditori che si è aggiudicata la riqualificazione del complesso di Sant'Orsola a Firenze. Il 50enne figura come ad società capofila della cordata realizzata per il restauro di Sant'Orsola, che prevede tra l'altro la realizzazione dell'Accademia della musica del tenore Andrea Bocelli. La società non risulta coinvolta nell'inchiesta per bancarotta fraudolenta che oggi ha portato all'arresto dell'imprenditore.

Figura invece nelle carte dell'inchiesta, sempre per fatti distinti dalla riqualificazione di Sant'Orsola, un'altra delle società che partecipano alla cordata, la Bch srl. Per gli investigatori la società, che tra l'altro è stata dichiarata fallita ieri, sarebbe amministrata di fatto dal 50enne fiorentino, sebbene intestata formalmente a un commercialista di Impruneta coinvolto nell'inchiesta e colpito dalla misura interdittiva della sospensione temporanea dall'esercizio dell'attività professionale.

all'imprenditore fiorentino sono stati sequestrati beni immobili per un valore di 380mila euro. Il reato contestato è quello di bancarotta fraudolenta. Le indagini che hanno portato all'arresto dell'imprenditore, residente a San Casciano Val di Pesa (Firenze), sono partite da accertamenti sul fallimento di due società immobiliari, con sede a Firenze e a Impruneta (Firenze).

Per l'accusa, l'imprenditore avrebbe anche distrutto o occultato gran parte della contabilità delle società coinvolte nel sistema della 'scatole cinesi', per rendere più difficoltosa la ricostruzione della sua attività illegale. Grazie al sistema ideato l'imprenditore sarebbe riuscito a sottrarre al fisco circa 380 mila euro, tra imposte ed Iva non pagate. Da qui il sequestro preventivo per equivalente delle imposte non versate, che ha portato al sequestro di due appartamenti nella disponibilità del 50enne, a Firenze e Scandicci

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