Il viaggio di "Virtis", da Firenze scopre il ghiaccio secco sulla Cometa 67P

E' la prima volta che si osserva ghiaccio di anidride carbonica su un nucleo cometario. La rivista americana Science dedica un servizio allo strumento nato nei laboratori di Campi

Virtis, lo strumento che ha individuato il ghiaccio secco

Virtis, lo strumento che ha individuato il ghiaccio secco

Campi Bisenzio, 5 dicembre 2016 – Sulla cometa c'è il ghiaccio secco e la prestigiosa rivista Science dedica un servizio allo strumento che ha individuato il composto chimico. La cometa in questione ha un nome un po' complicato: 67P/Churyumov-Gerasimenko ed è la prima volta in assoluto che questo composto chimico viene individuato in forma solida su una cometa e questo importante risultato scientifico è stato definito da Fabrizio Capaccioni dell’INAF “un altro importante contributo alla comprensione dei processi fisici che permetteranno di risolvere quel complesso puzzle che è l’evoluzione di una cometa”. La misura di questo esiguo e volatile strato di ghiaccio secco aiuta a comprendere meglio l’interno del nucleo cometario e i fenomeni di erosione della superficie della cometa.

Il deposito superficiale di anidride carbonica ghiacciata è stato localizzato su un’area di circa 80 metri per 60 nella regione meridionale di Anhur della cometa 67P. Questo risultato è stato ottenuto grazie allo strumento italiano Virtis della missione Rosetta, realizzato nei laboratori di Campi Bisenzio di Leonardo-Finmeccanica, dai quali provengono i sensori di assetto e gli strumenti elettro-ottici utilizzati nelle più importanti missioni spaziali internazionali come, oltre a Rosetta, Cassini, OSIRIS-REx, Dawn, Venus Express, ExoMars, JUNO, Mars Reconnaissance Orbiter, New Horizons, Copernicus, Galileo, Meteosat Third Generation, MetOp Second Generation e Flex (la firma per quest'ultima missione è stata fatta il 7 novembre scorso a in Palazzo Vecchio a Firenze. E l'interesse per la produzione dello stabilimento Leonardo a Campi Bisenzio è finito sulle pagine della rivista americana Science.

Virtis è uno spettrometro a immagine dall’ultravioletto all’infrarosso, è stato uno degli strumenti scientifici più importanti a bordo della sonda Rosetta dell’Esa (Agenzia Spaziale Europea). Rosetta, che era stata lanciata il 2 marzo 2004, e aveva raggiunto la cometa 67P nell’agosto 2014 ed ha concluso lo scorso 30 settembre la sua missione dopo aver raccolto un numero enorme di informazioni e dati, ancora sotto esame da parte degli scienziati per comprendere l'origine delle comete e del sistema solare: la missione ufficialmente è finita ma potrebbe riservare sorprese ancora per anni. In particolare, Virtis, dedicato all’osservazione e determinazione delle sostanze che compongono il nucleo della cometa, ha già permesso numerose scoperte, tra cui il ciclo dell’acqua di cui si ignorava l’esistenza.

Virtis non è l’unico contributo di Campi a questa missione storica, Rosetta (la prima ad atterrare su una cometa), a cui gli uomini e le donne di Leonardo hanno lavorato fin dai suoi albori, 20 anni fa. Una missione che ha permesso numerosissime scoperte ma ha avuto anche il merito di appassionare chi non opera specificatamente nel settore “Spazio” e mostrare all’uomo comune, come mai fino ad oggi, dove l’umana sete di conoscenza e le capacità tecnologiche possano arrivare. A Campi Bisenzio sono stati infatti realizzati anche il sensore stellare che ha guidato la sonda nel suo lungo viaggio e ne ha mantenuto l’assetto durante tutta la missione, la camera di navigazione NAV-CAM che ha trasmesso immagini mozzafiato del viaggio di Rosetta e della cometa stessa, e lo strumento GIADA – Grain Impact Analyser and Dust Accumulator – un analizzatore delle polveri e delle particelle nella chioma della cometa.

Alla Leonardo di Campi Bisenzio, in via Einstein, lavorano circa 1.000 addetti (di cui oltre la metà laureati) e l'azienda si estende su una superficie di 54.000 mq.

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