Galluzzo, la fine del tunnel. Finalmente il bypass dei desideri

Dopo 18 anni, a fine mese apre alle auto il raccordo stradale

Galluzzo, la fine del tunnel

Galluzzo, la fine del tunnel

Firenze, 18 maggio 2017 - IL PACCONE di cartelli stradali è ancora avvolto nel cellophane. Dentro quel fagotto di ferraglia che sfrigola sull’asfalto davanti alla galleria Poggio Secco, c’è l’ultimo passo per realizzare un sogno covato dal Galluzzo per vent’anni: il cartello verde di Autostrade che indica l’Autopalio. Lo stesso che entro il 29 maggio, giorno dell’inaugurazione con il ministro Delrio (come fu annunciato dal sindaco Nardella alla cerimonia per il by pass di Mantignano), sarà posizionato fuori dal tunnel del Colle, l’ultima delle tre gallerie che fanno da spina dorsale al bypass del Galluzzo. Oggi un serpentone d’asfalto vergine lungo 3,5 chilometri tra gallerie, viadotto e tratto in superficie, mai sfiorato da un’automobile. Ma che da giugno, dopo 60 milioni di euro spesi per realizzare l’opera, diventerà una bretella affollatissima, permettendo a migliaia di automobilisti che entrano ed escono dalla città in direzione Firenze, Siena o Tavarnuzze di saltare il Galluzzo e mandare in pensione il ponte Bailey. Viaggiando su due corsie con un limite di settanta chilometri all’ora e sgombrando i polmoni del rione da veleno delle marmitte e code chilometriche.

LE AUTO infatti, superata la galleria delle Romite (255 metri), completata tre anni fa di fronte alla rotonda per Le Bagnese, potranno tirare dritto verso il bypass e attraversare il ponte sulla Greve. Poi entrare nel tunnel Poggio Secco (1.231 metri) e dopo in quello del Colle (660 metri) fino al raccordo con l’uscita Firenze-Impruneta o con l’Autopalio.

Tutto in meno di dieci minuti contro i sessanta e rotti richiesti adesso nelle ore di punta. Portando, secondo Palazzo Vecchio, a un crollo del 60% del traffico nel cuore del rione. Lungo il serpentone d’asfalto nuovo di zecca ma ancora proibito, non manca quasi niente: già ronzanti le cabine elettriche, pronte le porte stagne delle nicchie di fuga e perfino i led delle gallerie di competenza dell’Anas sono accesi.

LE SQUADRE di operai sono tutte concentrate nella pancia dell’ultimo tunnel, dopo il quale si apriranno le porte del nuovo svincolo che cucirà il bypass all’Autosole. È qui dentro, dove oggi mancano in pratica solo le linee di mezzeria e pochi metri d’asfalto, che si è giocata la partita contro il tempo più difficile. L’ultimo diaframma di roccia della collina dove si fa strada il bypass è stato abbattuto l’11 febbraio 2016. Un colpo di piccone che fece ripartire i lavori iniziati nel 2006 e congelati dal 2014 dopo il crac di Impresa Spa al quale era subentrata la società Pavimental, la stessa che tiene d’occhio i quasi tremila chilometri di Autostrade.

Prima di quel giorno l’attesa del via libera per le terre di scavo da Roma e le procedure per subentrare alla ditta uscente hanno richiesto un anno e mezzo. Fino a 15 mesi fa quando il cantiere ha aggredito i 130 metri mancanti del tunnel. Oggi i quasi 50mila metri quadrati di pavimentazione sono stati completati e all’appello sono presenti anche i 2.500 metri quadri di rivestimenti in pietra ricostruita e quelli di mattoni dei fornici del ponte sulla Greve.

L’ultimo tassello sono i cartelli ancora impacchettati in attesa del montaggio. C’è quello turistico che indica il cimitero degli Inglesi lungo la via Cassia, quello blu che punta l’uscita Galluzzo e quello verde di Autostrade che misura la distanza per Siena. Lo stesso che il sindaco Mario Primicerio aveva in mente quando firmò l’accordo con Autostrade per realizzare il bypass e disostruire l’arteria malata del Galluzzo. Diciotto anni fa.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro