In fuga da Sollicciano, ricerche in tutta Italia / LE FOTO DEGLI EVASI

Caccia ai tre rumeni scappati dal carcere fiorentino la sera del 20 febbraio. Polemiche dei sindacati di polizia su organici e sul muro pericolante dal quale sarebbero scappati

L'ingresso del Carcere di Sollicciano subito dopo l'allarme per la triplice evasione

L'ingresso del Carcere di Sollicciano subito dopo l'allarme per la triplice evasione

Firenze, 21 febbraio 2017 -  Continua su tutto il territorio nazionale la caccia all'uomo, anzi agli uomini,  dopo la fuga di tre detenuti del carcere fiorentino di Sollicciano, lunedì 20 febbraio intorno alle 20. Le ricerche, iniziate appena è scattato l'allarme si sono estese ben oltre i confini della Toscana e, ovviamente, particolare attenzione ai posti di confine per evitare che la fuga vada oltre il nostro Paese. Secondo le prime informazioni i tre (Ciocan Danut Costel, Bordeianu Costel e Doncin Constantin Catalin) avrebbero divelto le sbarre per poi calarsi dal muro di cinta del carcere usando una catena di lenzuola.  

I carabinieri hanno effettuato controlli in tutti i possibili covi in cui i tre, finiti in cella i primi di febbraio con l'accusa di far parte di un'organizzazione specializzata in furti, avrebbero potuto trovare rifugio. Le verifiche, dalle quali non sarebbero emersi elementi utili alle ricerche, sono state effettuate nelle abitazioni di altri complici arrestati insieme a loro, di amici e parenti, e nelle baracche in zona Peretola, alla periferia Nord di Firenze, che i tre - tutti in Italia senza fissa dimora - avevano scelto come rifugio negli ultimi mesi. Al vaglio dei militari, che stanno effettuando accertamenti insieme agli agenti di polizia penitenziaria, anche le immagini girate dalle telecamere di sorveglianza della zona, che potrebbero fornire informazioni utili per individuare la direzione di fuga dei malviventi. Non è escluso che i fuggiaschi si siano allontanati su un'auto guidata da un complice, o che ne abbiano rubata una loro stessi per allontanarsi. Per questo motivo, gli investigatori hanno passato in rassegna anche le denunce di furti di auto presentate nelle ultime ore nel territorio di Firenze.

Due dei fuggitivi (Bordeianu Costel e Doncin Constantin Catalin) sono accusati di far parte di un'organizzazione specializzata in furti e spaccate che era stata smantellata dai carabinieri tra Firenze e Lucca nei primi giorni di febbraio. La banda, composta da 25 persone tutte romene, era specializzata in azioni fulminee: in media un minuto e mezzo a colpo, per fare razzia preferibilmente di gioielli, cellulari, tablet, auto di grossa cilindrata.

La fuga dei tre detenuti (che si trovavano nella prima sezione, un'area dove i detenuti possono uscire dalla propria cella e frequentare zone comuni per gran parte della giornata) ha scatenato, oltre alla caccia agli uomini, anche molte polemiche perché i tre sarebbero fuggiti scappando dal muro di cinta che "non è sorvegliato perché è stato chiuso in quanto - spiega Donato Capece del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria - pericolante, è venuto giù tutto il parapetto del muro di cinta e non è stato fatto niente per essere ristrutturato e messo in sicurezza". "Già in gennaio - evidenzia - avevamo fatto una nota segnalando il pericolo che ci poteva essere. In quella zona anche la pattuglia automontata non ci può andare perché l'area è chiusa".

Anche Giuseppe Proietti Consalvi, vicesegretario generale dell'Osapp, Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria: "L'inagibilità del muro di cinta era stata già denunciata da un anno e mezzo e l'amministrazione penitenziaria, oltre a fare sopralluoghi non ha provveduto a porre in essere soluzioni al problema denunciato". Proietti Consalvi evidenzia inoltre come "il regime di apertura completa della popolazione detenuta non ha agevolato il controllo e il mantenimento dell'ordine e della sicurezza dell'Istituto, lasciando in pratica da solo il personale di polizia penitenziaria".

Da parte sua, Angelo Urso (segretario della Uilpa Penitenziaria attacca sul fronte della carenza di organici della polizia penitenziaria: "A Firenze da tempo la Uil denuncia la precarietà della struttura e l'assenza dei necessari interventi di manutenzione. Sarebbe sin troppo facile adesso dire: noi l'avevamo detto! Non è questo che ci interessa ma piuttosto puntare il dito contro chi continua a depauperare gli organici di Polizia Penitenziaria delle carceri"».

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