Allo store della canapa legale The e biscotti senza sballo

Il negozio con prodotti a ‘basso principio attivo’

In via del Corso, a due passi dal Duomo, è aperto un negozio Cannabis

In via del Corso, a due passi dal Duomo, è aperto un negozio Cannabis

Firenze, 15 ottobre 2017 - Infilano l’uscio alla spicciolata, con le pupille sgranate. Quasi uno al minuto, tanto che a mezzogiorno in quei venti metri quadrati di negozio, gli occhi incollati sugli scaffali sono più di quelli puntati 300 metri più in là, sugli affreschi della loggia del Bigallo. Al quale il Cannabis Store, inaugurato tre giorni fa al 12 di via del Corso, alle spalle del Duomo, per ora ruba tutta la scena. Il motivo: lì dentro si vendono dai biscotti al vino, passando per la birra, i lecca-lecca, le tisane, il caffè e il the. Ma anche energy drink e caramelle. Tutto a basa di canapa. E tutto, per ora, a prova di legge. La canapa dei dolcetti infatti contiene meno dello 0,2% di Thc: la quantità di tetraidrocannabinolo, il principio attivo dagli effetti psicotropi è cioè inferiore ai limiti di legge. Mentre il Cbd, il principio che non ha effetti psicoattivi ma sedativi, è sotto il 6%. Della serie: roba che rilassa ma non sballa, almeno sulla carta.

Intanto i biscotti alla marijuna stanno facendo strage fra i clienti. Dietro gli scaffali di via del Corso c’è la scommessa di un avvocato fiorentino che ha scelto di galoppare verso l’Eldorado aperto dalla legge 242 del 2016 che, entrata in vigore a gennaio, ridisegna le regole sulla coltivazione della canapa industriale. E permette la semina, senza autorizzazioni, di varietà di canapa certificate con contenuto di Thc al massimo dello 0,2. Il professionista ha scelto così di importare in città, la prima della Toscana, il franchising Cannabis Store Amsterdam, che dall’inizio dell’anno ha aperto in Italia una decina di punti vendita. Dentro fra curiosi e cultori, i clienti sono un fiume in piena. Tutti under 20 a caccia di sballi alla luce del sole? Non proprio. La ‘fauna’ che si affaccia al bancone è variegata. E, soprattutto, più che altro, per ora si tratta di turisti che varcano l’uscita carichi di dolcetti all’hashish.

«Non c’è nessun effetto psicotropo - garantiscono i commessi - ma soprattutto si tratta di prodotti certificati e controllati». La provenienza? Olanda. La materia prima arriva da 5 ettari di orti che la società che la commercializza ha comprato nei Paesi Bassi per la coltivazione.

«Ma dietro - racconta il titolare - non c’è nessun intento di spingere verso la legalizzazione. Si tratta invece di un business in crescita. Tutto è a norma di legge ma soprattutto le persone qui vengono a comprare the e tisane. Non siamo un grow-shop». Il motivo degli ingressi è soprattutto la curiosità di capire se quell’erba legale metta davvero una toppa su dolori mestruali, mal di testa e ansia. Il giro d’affari c’è tutto. Il riferimento è il punto vendita aperto a Napoli, dove gli incassi sono arrivati anche a 6mila euro al giorno. Ma occhio: chi entra qui con un sogno proibito in testa, rischia di uscire con un vasetto di biscotti in mano.

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