Dipinti falsi dalla Svizzera a Firenze per ottenere certificato di autenticità / FOTO

Le indagini dei carabinieri nel nucleo tutela patrimonio culturale hanno portato al sequestro di 10 opere

Recupero di opere d'arte da parte dei  carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale

Recupero di opere d'arte da parte dei carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale

Firenze, 29 maggio 2017 - Falsi dipinti di manifattura fiorentina e senese del XIV, XV e XVI secolo, che dalla Svizzera venivano inviati a restaurare a Firenze con lo scopo di ottenere, all'insaputa dei restauratori, una certificazione che ne avvalorasse l'autenticità.

La scoperta, effettuata dai carabinieri nel nucleo tutela patrimonio culturale, è stata resa nota nel corso della presentazione dell'attività svolta dal comando di Firenze nel 2016. Le indagini hanno portato al sequestro di 10 opere, tra cui dipinti sull'Annunciazione e raffiguranti la Madonna col bambino, e alla denuncia per contraffazione di due italiani residenti all'estero.

Le opere pittoriche venivano invitate in Italia da una società con sede in Svizzera. Pur essendo state realizzate in età moderna - per materiali usati e tecnica pittorica -, venivano presentate all'Agenzia delle dogane e all'ufficio esportazione di Firenze come di manifattura fiorentina e senese realizzate tra il XIV e il XVI secolo. Le verifiche, svolte dagli esperti dell'Opificio delle pietre dure di Firenze, hanno rivelato che si trattava di falsi. "Le indagini - ha spiegato il capitano Lanfranco Disibio, comandante dei carabinieri del nucleo tpc di Firenze - hanno permesso di constatare che non solo non avevano bisogno di restauro, ma non erano coeve con la data indicata nei certificati di importazione". "La nostra tesi, supportata dall'autorità giudiziaria - ha spiegato Disibio - è che l'ingresso a Firenze serviva a certificarne la datazione, farle passa da restauratori fiorentini ne aumentata il pregio e il valore quando rientravano sul mercato estero". Qualora immesse sul mercato come autentiche, le opere avrebbero potuto fruttare guadagni per 350 mila euro. 

Per quanto riguarda l'attività svolta dal comando di Firenze nel 2016, "il trend nazionale ha registrato un calo, ma la Toscana, regione molto ricca di patrimonio culturale, è in controtendenza, con un aumento del 30% rispetto al 2015", ha sottolineato  il capitato Landranco Disibio. I furti, 69 nel 2016 a fronte dei 55 dell'anno precedente, hanno riguardato soprattutto edifici religiosi e case private. «Come contraltare - ha proseguito Disibio - nel 2016 abbiamo denunciato 59 persone».

L'attività dei militari ha permesso inoltre di recuperare opere rubate per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Tra queste, 82 reperti archeologici di produzione attica ed etrusca, epoca VI - IV secolo a.C., appartenenti alla collezione del conte Napoleone Passerini Pio di Chiusi (Siena) risalente al 1862 e andata dispersa negli anni. I reperti, che si trovavano in un'abitazione privata e sono stati ritrovati in modo fortuito durante un trasloco, verranno acquisiti dal Polo museale della Toscana. Un pugnale di fattura araba, rubato nel 1977 dal museo Stibbert di Firenze, è stato rintracciato presso una casa d'aste di Londra, grazie alla segnalazione di uno studioso di arte islamica. Secondo quanto accertato dai carabinieri il pugnale, realizzato in acciaio brunito e oro con impugnatura in giada, era stato venduto a un collezionista belga per 60 mila euro, e poi messo all'asta per la cifra di 400 mila euro. Recuperati anche 48 volumi del XVI secolo, portati via in data imprecisata dalla biblioteca del Capitolo della cattedrale di Città della Pieve, e altri due preziosi volumi, uno rubato dalla biblioteca Bandiniana del seminario vescovile di Fiesole nel 2009, e l'altro dalla biblioteca del seminario di Orvieto nel 2011.

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