Firenze, 27 maggio 2017 - LE DONNE salveranno Firenze. Lo stanno già facendo. Una generazione di trentenni, quarantenni, cinquantenni e anche sessantenni ha invaso i terreni di gioco, un tempo appannaggio di soli uomini. Le incontri dappertutto: nelle commissioni o nei consigli comunali sempre pronte a dire la loro, in strada, tra la gente. Con un sorriso, la sensibilità tipica del gentil sesso ma con la forza e la grinta di chi non è disposta ad arrendersi. Sono loro, «così dolcemente complicate», come canta Fiorella Mannoia, le principali esponenti di comitati e associazioni, impegnate su più fronti: dal degrado alla microcriminalità, dall’inquinamento ai problemi legati alla viabilità.
Gessica Buti, la presidente di I love San Lorenzo, Ghissu Massoumnia, Andreina Sieni, Jessica e Francesca più volte sono scese in strada per combattere gli abusivi «che coprono le nostre attività, ci minacciano, ci impediscono di entrare in casa». Manuela Vannozzi è la presidente del comitato Manoiquandosidorme, lei porta avanti la battaglia alla movida selvaggia. Come Sandra Valenti che sta lottando per difendere il sonno in via Verdi. Non si sono tirate indietro. E non lo ha fatto nemmeno Marta Casoli, il suo sogno è che piazza dei Ciompi torni all’antico splendore, ha persino scritto un libro.
Ci sono anche le donne che si battono contro la città lunapark che si svende ai turisti e regala pezzi di identità ogni dieci minuti: Maria Vannello, presidente del comitato Santo Spirito è una di queste. La sua lotta si incrocia con quella di Roberta Pieraccioni che sta cercando di riqualificare via dei Neri, soffocata dalle orde di visitatori e di Laura Dreoni, presidente dell’associazione nata per frenare il declino di via Cavour. Una delle più attive è Olivia Turchi, presidente dell’associazione via Maggio, insieme a Sara Rosati del comitato via Toscanella e a Maria Milani del comitato Oltrarno Futuro, si batte per una città più vivibile e decorosa. Poi ci sono le donne come Fiammetta Giovacchini di via dello Statuto e Morena Baldacci di piazza Dalmazia in prima linea sul fronte tramvia. Mentre Francesca Lorenzi, presidente del comitato San Jacopino, difende a spada tratta il suo quartiere: più volte ha denunciato la microcriminalità e lo spaccio che si nascondono dietro piazza San Jacopino. Un po’ quello che ha fatto Patrizia Caldini, portavoce di via Pergolesi-via Boito, Khadouj El Filali di piazza Duomo e Laura Giannoni, presidente dell’associazione Ponte Vecchio. Anche lei, dal ponte più bello del mondo, di storie ne avrebbe tante da raccontare.
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