L'Asl Toscana Centro chiude gli ambulatori per l'Alzheimer

La denuncia di Aima: “Decisione grave, che distrugge la rete di eccellenza sulle Demenze”

Manlio Matera, presidente dell'Aima Firenze

Manlio Matera, presidente dell'Aima Firenze

Firenze, 27 marzo 2017 - «Parlare di riorganizzazione e razionalizzazione per migliorare e rendere più efficiente un servizio è un conto, ma quando tutto questo porta di fatto ad eliminare un servizio essenziale e indispensabile per i malati di Alzheimer, costruito e implementato per diciassette anni, tanto da diventare una vera e propria eccellenza, vuol dire non solo fare un enorme passo indietro ma anche sottovalutare un grave disagio sociale». Così il presidente di Aima Firenze (Associazione italiana malattia di Alzheimer) Manlio Matera sulla decisione della Usl Toscana Centro, che comprende anche l’Asl di Firenze (oltre a Prato, Pistoia, Empoli), di far ‘sparire’ gli ambulatori specialistici per l’Alzheimer.

«UNA DECISIONE – aggiunge Matera – che peraltro va nella direzione opposta a quella intrapresa dalla Regione Toscana il cui indirizzo ormai da anni è quello di rendere i percorsi di cura per le demenzesempre più specializzati proprio per le caratteristiche di assistenza che la malattia richiede. È così che nel tempo è stata creata una vera e propria rete di ambulatori specialistici per l’Alzheimer secondo le linee di indirizzo nazionale. Ma oggi tutto questo sparisce, i malati di Alzheimer e altre forme di demenza potranno rivolgersi solo all’ambulatorio territoriale neurologico o geriatrico che si occuperà di tutte le patologie. Aima non può accettare una decisione così grave della Usl Toscana Centro – continua Matera - e, a nome delle migliaia di famiglie che si rivolgono all’associazione, chiede di invertire la rotta, prima che sia troppo tardi». Gli ambulatori specialistici per l’Alzheimer, chiamati Uva (Unità di Valutazione Alzheimer) furono istituiti nel 2000. Nello stesso anno la Regione Toscana ne individuava circa 17 sul territorio di tutte le Asl toscane. Alla fine della sperimentazione prevista dal progetto, le Uva continuarono a svolgere le loro funzioni, come centri o presidi di eccellenza per la diagnosi e la terapia per la demenza.

ORA INVECE se il familiare di un malato, su prescrizione del medico di famiglia, telefona al Cup per prenotare una visita per disturbi cognitivi o Alzheimer, si sente dire che non si può più prenotare una visita specifica per questa patologia, ma soltanto una vista neurologica o geriatrica. Unico obiettivo: ridurre le liste di attesa.

AIMA sostiene che l’obiettivo di ridurre le liste di attesa non può essere raggiunto a tutti i costi, a scapito dell’appropriatezza e della qualità della risposta ai bisogni dei malati. Diventerà più difficile per una famiglia trovare un medico, o una équipe, di riferimento, cosa che oggi, nonostante tutte le difficoltà, è possibile. Tra l’altro, l’Azienda Sanitaria ha ridotto la durata della prima visita, quella nella quale si fa l’inquadramento diagnostico del paziente, da un’ora a mezz’ora, cosa assolutamente insufficiente

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