La Certosa del Galluzzo alla Comunità di San Leolino

L'Arcidiocesi di Firenze ha affidato a una nuova realtà la custodia dell'antico plesso alle porte di Firenze. Il progetto è quello di un laboratorio culturale e spirituale

Foto di gruppo dopo la consegna simbolica delle chiavi

Foto di gruppo dopo la consegna simbolica delle chiavi

Firenze, 16 dicembre 2017 - Una nuova comunità alla Certosa del Galluzzo. L’antico plesso è stato affidato alla Comunità di San Leolino. Il direttore dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi ha firmato il verbale di consegna della Certosa del Galluzzo all’Arcidiocesi di Firenze, rappresentata dall'arcivescovo Betori.

Nel corso dell’evento è avvenuta anche la consegna simbolica delle chiavi. Alla firma erano presenti Valerio Tesi per la Soprintendenza, don Carmelo Mezzasalma, in rappresentanza della Comunità di San Leolino a cui l'Arcidiocesi, tramite convenzione, ha affidato la cura della Certosa e don Alberto Coratti in rappresentanza della Comunità Cistercense che lascia il monastero.

L’affidamento del bene avviene dopo un lungo e assiduo lavoro di concertazione tra istituzioni civili e religiose con l’obiettivo di preservare e valorizzare il bene mantenendone il ruolo di simbolo secolare di spiritualità, arte e cultura. L’Arcidiocesi di Firenze, preso atto del venir meno della presenza della Comunità Cistercense, ha deciso di garantire quindi la continuità della funzione e dell’eredità spirituale e culturale della Certosa chiedendone la disponibilità all’Agenzia del Demanio, che ne è proprietario, il quale gliel'ha conferita in concessione.

A sua volta l'Arcidiocesi ha chiesto alla Comunità di San Leolino di assumerne la cura e gliel'ha affidata perché mantenesse viva tale natura spirituale e culturale del monastero.

La Comunità di San Leolino fondata nel 1986 ha sede nella Pieve di San Leolino a Panzano in Chianti, è composta da religiosi e laici e ha come carisma particolare l'evangelizzazione della cultura.

“La Certosa del Galluzzo ha, fin dalla sua fondazione, nel 1341, per opera del mercante fiorentino Niccolò Acciaiuoli, una doppia vocazione: da un lato, è luogo dello spirito, dove da centinaia di anni si coltiva una regolare vita di preghiera e di comunione fraterna. – hanno spiegato dalla Comunità di San Leolino -Dall’altra, è luogo dello studio, della ricerca, del confronto su grandi questioni, così come era nell’intenzione del fondatore che fece costruire il grande edificio a fianco della Certosa proprio per farvi la sede di una scuola. Ed è precisamente con la duplice vocazione – spirituale e culturale – della Certosa, che la nostra Comunità di San Leolino ha accettato la proposta del card. Giuseppe Betori di assumerne la custodia e la promozione”. Una grande sfida, “ne siamo consapevoli – hanno concluso - che chiama in causa direttamente la città di Firenze, che da sempre guarda alla Certosa come a un suo speciale punto di riferimento, e che noi fin da oggi invitiamo a “salire sul monte” per provare a osservare insieme i lontani orizzonti che ci stanno davanti. Viviamo un tempo di profonda trasformazione e tutti siamo sfidati nell’elaborare sintesi nuove che siano in grado di entrare in dialogo con le domande più profonde del nostro tempo. È questo il “laboratorio spirituale e culturale” che intendiamo, per così dire, allestire alla Certosa: testimone di secoli di fedeltà al vangelo, pur nella vastità delle trasformazioni della storia, siamo certi che la Certosa non ha affatto perduto il suo compito speciale di custode e promotrice del bello, del buono e del vero”.

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