Bolletta Tari, occhio ai dati catastali. Multa di 250 euro a chi non li comunica

Obbligo di trasmissione al Quadrifoglio, anche se sono già trascritti

L’assessore al Bilancio e alle Partecipate  di Palazzo Vecchio, Lorenzo Perra,  spiega perché dobbiamo compilare il modulo allegato alla Tari

L’assessore al Bilancio e alle Partecipate di Palazzo Vecchio, Lorenzo Perra, spiega perché dobbiamo compilare il modulo allegato alla Tari

Firenze, 23 ottobre 2016 - Occhio all’avviso Tari. Il pericolo multa è dietro l’angolo. E per chi la prende, è una bella stangata. Insieme al saldo da pagare della tariffa dei rifiuti 2016, i cittadini si vedranno recapitare un foglio da compilare o già compilato, da controllare e rispedire. Si tratta della dichiarazione dei dati catastali. Fin qui una seccatura in più, ma poco male, anche se il Comune potrebbe conoscere quei numeri semplicemente verificando i dati presenti sull’archivio elettronico del catasto. Il problema è che in caso di mancata, incompleta o errata trasmissione dei dati, per l’utente è prevista una sanzione di 250 euro. Una bella legnata, considerando che la maggior parte dei cittadini non arriva a pagare quella cifra neppure sommando le rate Tari di tutto l’anno.

Ma perché il Quadrifoglio chiede i dati catastali? Lo spiega l’assessore alle Partecipate, Lorenzo Perra, dicendo che in primis i soggetti che erogano servizi, sono obbligati a farlo dalla legge. Poi perché questo sistema, aiuta a fare emergere fenomeni di evasione. Magari. Perché in pratica, ci rimetteranno sicuramente quei poveri cristi che pur pagando non faranno caso alla lettera allegata. Oppure gli anziani, per i quali la trafila potrebbe risultare complicata. Tra l’altro la multa di 250 euro viene annunciata in una riga al centro di una pagina scritta in corpo 8 che serve la lente d’ingrandimento per leggerla.

«Il Comune ha possibilità di conoscere gli estremi catastali degli immobili sul proprio territorio, ma non sempre conosce chi li occupa in quel determinato momento – spiega l’assessore Perra – Ai fini della Tari, il soggetto che ha obbligo di dichiarazione è ‘chiunque possiede o detiene, a qualsiasi titolo, i locali o le aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani’, che può non corrispondere al proprietario presente nei dati catastali».

Attenzione doppia però. Anche se la lettera arriva già compliata, ovvero se i dati catastali sono già in possesso di Quadrifoglio, l’utente dovrà verificarne la correttezza e obbligatoriamente inviare il modulo, altrimenti sarà passibile ugualmente di ammenda: sempre 250 euro.

«Facciamo presente che c’è un grande numero di evasori: se si riuscisse a recuperare quella fetta di evasione che corrisponde a circa 9 milioni di euro, saremmo in grado di abbassare a tutti i cittadini onesti la tariffa», dice Perra. E siamo al punto. Perché questa operazione mira a far emegere gli evasori. «In un periodo di crisi economica, il recupero di imposte e tasse evase consente alle pubbliche amministrazioni di far fronte ai tagli della spesa pubblica e di rispondere alle richieste dei cittadini per servizi pubblici migliori – spiega l’assessore – L’evasione fiscale, infatti, è un grave problema per il Paese, toglie risorse importanti, altera la libera concorrenza e distorce le scelte economiche, creando inefficienze nel mercato e situazioni di non equità».

«Insomma, capiamo essere una scocciatura burocratica – conclude Perra – ma avere le informazioni richieste, da incrociare con l’universo delle particelle catastali di Firenze, consentirà di avere maggiore equità sociale, di individuare chi oggi evade la Tari e di far pagare meno gli utenti onesti».

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